CAMPOBASSO, 10 AGO – Danni al patrimonio agricolo e zootecnico per 500 mila euro l’anno, circa 2,8 mln in cinque anni: in Molise è emergenza cinghiali. La Regione ha attivato le procedure di richiesta al Governo centrale dello stato di calamità. Lo annuncia il consigliere regionale con delega alla Caccia, Cristiano Di Pietro. L’esponente della maggioranza di centrosinistra ha presentato uno specifico ordine del giorno che prevede anche la proroga dei termini del periodo di abbattimento per il contenimento della specie.
“Abbiamo chiesto anche l’impegno del presidente della Giunta, Paolo Frattura – ha spiegato Di Pietro – a pubblicizzare la richiesta presso la Conferenza Stato-Regioni e al presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, di trasmettere l’odg agli altri Consigli regionali affinché possano adottare lo stesso provvedimento al fine di rafforzare la richiesta nei confronti del Governo nazionale”. Per il consigliere, dunque, è necessario rivedere il quadro normativo di riferimento che, “a distanza di un ventennio e alla luce del mutato scenario, non è adeguato a salvaguardare il patrimonio faunistico, non tutela l’agricoltura e l’ambiente, e impone il ricorso a misure straordinarie e di emergenza”.
“A rischio, non solo le coltivazioni – conclude – ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati e i numerosi incidenti stradali”. (ANSA).