Nuovi Lea. Esplode il caso della riabilitazione oncologica. Dopo l’appello dei pazienti la presa di posizione dell’Aiom: “Non bastano le terapie. Anche il post cancro va seguito dal Servizio sanitario”
“Ancora troppi oneri sono a carico delle famiglie che devono spesso provvedere a proprie spese all’assistenza al parente in difficoltà”. Il presidente Carmine Pinto si unisce così all’appello delle Associazioni di pazienti: “Chiediamo alle Istituzioni competenti di modificare il recente decreto affinché sia garantita un’adeguata assistenza a tutti gli italiani che hanno avuto una diagnosi di cancro”.
“La riabilitazione oncologica deve essere inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea)”. E’ quanto sostiene l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che si unisce alle associazioni di pazienti (vedi la lettera pubblicata ieri del presidente della Favo) nel chiedere alle Istituzioni competenti di modificare il recente Decreto di aggiornamento dei Lea.
“Quasi il 5% della popolazione del nostro Paese vive con una diagnosi di cancro – sottolinea Carmine Pinto Presidente Nazionale Aiom -. Ben 2 milioni di cittadini possono dire di aver sconfitto la malattia. Sono numeri importanti che evidenziano la necessità di aggiornare la tipologia di assistenza che diamo ai pazienti oncologici. Non possiamo solo offrire a tutti le migliori terapie, dobbiamo garantire anche una buona qualità di vita durante e dopo le cure”.
“Ancora troppi oneri sono a carico delle famiglie che devono spesso provvedere a proprie spese all’assistenza al parente in difficoltà. Già lo scorso anno insieme alla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) avevamo chiesto al Governo di riconoscere la riabilitazione oncologica nella sua specificità e non di includerla all’interno di altre tipologie riabilitative. Con rammarico constatiamo che la richiesta non è stata accolta. Il nostro auspicio – conclude Pinto – è che al più presto il decreto, recentemente approvato, venga modificato. Solo attraverso un reale aggiornamento dei LEA il servizio sanitario nazionale potrà aiutare concretamente gli oltre 3 milioni di italiani che hanno combattuto il cancro”, conclude Pinto.