Deso Dogg è vivo: il Pentagono ha ammesso di avere erroneamente dato per morto il rapper di origini tedesche, dichiarato ucciso in Siria il 16 ottobre. Deso Dogg, al secolo Denis Cuspert, sarebbe invece sopravvissuto al raid nei pressi di Raqqa.
“All’epoca, la nostra convinzione era che il raid avesse avuto successo. Ora sembra che la valutazione non fosse corretta e Denis Cuspert è sopravvissuto al bombardamento”, ha detto ieri sera il portavoce del Pentagono Adrian Rankin Galloway, senza dare dettagli a supporto del dietro-front e assicurando che gli Usa continueranno a colpire terroristi come Cuspert, che “complottano, mettono a segno o ispirano attacchi contro l’Occidente e i nostri alleati”.
Le dichiarazioni del Pentagono, commenta il New York Times, pongono fine a mesi di illazioni e dubbi seminati on line, in buona parte da fonti di intelligence tedeschi sulla sorte dell’uomo definito dal Dipartimento di Stato “terrorista globale”. I servizi tedeschi d’altronde non hanno mai confermato la morte di Deso Dogg. I sostenitori dell’Isis, spesso in lingua tedesca, hanno continuano in questi mesi a sostenere che il rapper-terrorista non è mai stato ucciso.
Deso Dogg ha oggi 40 anni, si unì all’Isis nel 2012, occupandosi in particolare di reclutamento di nuovi “soldati” tramite i social network, sfruttando la sua notorietà per attirare giovani. Nato a Berlino da madre tedesca e da un ghanese, bambino problematico cresciuto da un ex soldato Usa dopo l’abbandono da parte del padre, arrivò a una certa notorietà in Germania con il rap, per poi passare ai ‘nasheed’, i canti islamici tradotti in tedesco.Prima di lasciare la Germania fu accusato di avere ispirato un attacco contro due soldati americani. Dopo l’arruolamento nell’Isis, è comparso in numerosi video e messaggi della propaganda del Califfato.