Isis addestra i figli dei combattenti stranieri affinché diventino la ‘nuova generazione’ di terroristi.
I figli di combattenti stranieri che vivono nei territori controllati dall’Isis in Siria e in Iraq vengono addestrati a diventare la “nuova generazione” di terroristi. In uno dei suoi video di propaganda, il gruppo terroristico pubblicizza l’uso di giovanissimi combattenti e kamikaze, mostrando fra gli altri un bambino inglese di soli 4 anni.
Nel suo rapporto annuale sul terrorismo, Europol ha detto che bambini cresciuti sotto il dominio del gruppo sono fonte di “particolare preoccupazione”.
Il rapporto Europol dice esattamente: “Nella sua propaganda, lo Stato islamico ha spesso dimostrato che i minori vengono addestrati per diventare la prossima generazione di combattenti terroristi stranieri, i quali possono costituire una reale minaccia per la sicurezza futura agli Stati membri”.
“Alcuni rimpatriati continueranno a rappresentare una minaccia terroristica per l’Unione europea tramite attività di propaganda, di raccolta fondi, reclutamento e radicalizzazione. Essi possono anche servire come modelli per la formazione di altri aspiranti jihadisti violenti “.
Nikita Malik, ricercatore senior della Fondazione Quilliam, ha riferito a The Indipendent che, in Iraq e la Siria, i bambini vengono utilizzati dal gruppo terroristico come parte di “state-building exercise”.
“Si tratta di una minaccia immediata e lo diventerà molto di più a lungo termine”, ha aggiunto. “Il loro indottrinamento educativo genera odio contro l’Occidente e definisce tutti gli altri stati illegittimi – questi bambini non avranno accesso o memoria di altre idee.”
Ms Malik ha avvertito che, se Isis fosse sconfitto, attualmente il governo non ha alcuna strategia per la riabilitazione e la rieducazione dei figli di combattenti stranieri, nel caso ritornassero in gran numero. “Molti di questi bambini non sanno nulla di Gran Bretagna, ma con l’attuale legislazione, il Regno Unito ha una responsabilità nei loro confronti come cittadini. E ‘una situazione molto complessa “, ha detto.
Le agenzie di propaganda dell’Isis hanno pubblicato numerosi video e immagini che mostrano come i bambini vengono addestrati e indottrinati con l’ideologia brutale del gruppo. Un filmato girato in un campo per “I cuccioli di Califfato” vicino a Raqqa, in Siria, ha mostrato i ragazzini che indossano divise da combattimento e fasce dell’Isis, in quanto sono impegnati a svolgere esercitazioni militari.
Un altro video di propaganda ha mostrato ragazzi che combattono l’uno contro l’altro, praticano arti marziali e ricevono istruzioni jihadiste da militanti più anziani.
I genitori che hanno abbandonato il territorio controllato dai jihadisti hanno detto che i loro figli hanno subito un “lavaggio del cervello” nelle scuole dell’Isis, dove viene insegnato come fare bombe e addirittura i ragazzini sono arrivati a casa con bambole vestite di tute arancioni, con l’ordine di decapitarle come “compito a casa”.
Mentre l’indottrinamento prepara i ragazzi al combattimento, alle ragazze viene insegnato separatamente come cucinare, pulire e sostenere i loro futuri mariti nella “jihad”, secondo l’interpretazione della sharia.
Il rapporto di Europol ha detto che le ragazze non sono ancora autorizzate a combattere, ma sono addestrate a crescere i propri figli secondo l’ideologia dell’Isis, con la promessa di portare “rispetto e affetto” ai parenti maschi. Esse sono incoraggiate ad accettare la morte dei futuri mariti e figli, addestrati a prendere parte a combattimenti e attacchi terroristici fin dalla piu’ giovane età.
Si ritiene che il numero di bambini nato da combattenti stranieri sia in continuo aumento, in proporzione al numero di donne che arriva nei territori. Europol ha detto che il 40 per cento degli olandesi arrivati nel “califfato” sono donne, le quali hanno meno probabilità di fuggire, se dovessero cambiare idea, rispetto ai loro colleghi maschi e, se i loro mariti muoiono, sono obbligate a risposarsi per mettere al mondo altri figli.
Secondo un’indagine della della Fondazione Quilliam, effettuata all’inizio di quest’anno, più di 50 bambini provenienti dal Regno Unito vivono nel “califfato”, dove si stima che vi siano 31.000 donne in gravidanza.
Tra di loro c’è Isa Dare, figlio di una donna di Londra nota come Khadijah Dare che, in un video di propaganda del mese di febbraio, è stato filmato mentre aziona il detonatore per far saltare in aria una macchina in cui si trovano tre prigionieri . Poi pronuncia trionfante il grido di guerra. “Allah Akhbar”, Dio è grande. Cresciuto nell’orrore, vittima ignara di un costante lavaggio del cervello, Jihadi Junior è già stato utilizzato dalla propaganda Isis: in un altro video sosteneva di voler sterminare tutti “i ‘kuffar’”, ossia gli infedeli
Il bambino era accompagnato da un ragazzo che parlava con accento britannico, minacciando il Regno Unito e i membri della coalizione guidata dagli Stati Uniti che bombardano i territori dell’Isis.
Un altro jihadista britannico noto come Abu Rumaysah – il cui vero nome è Siddhartha Dhar – ha insultato le agenzie di intelligence mettendosi in posa, con il figlio appena nato sotto un braccio e una pistola nell’altra, dopo la fuga dal sistema di sorveglianza e un divieto di viaggio per raggiungere la Siria nel 2014.
Con le sue ambizioni per il figlio, ha scritto su Twitter: “Alhamdulillah (ogni lode ad Allah) Allah (Dio) mi ha benedetto con un bambino in buona salute. Lui è un altro che si unisce allo Stato islamico. E non è sicuramente britannico “.
Diversi altri combattenti hanno pubblicato immagini dei loro figli sui social media, tra cui un bambino che dorme circondato da una carta d’identità dell’Isis, una bomba a mano e la pistola.
Gli analisti dicono che i leader dell’Isis titengono che i bambini siano cruciali per garantire il successo a lungo termine del gruppo e considerare i loro combattenti migliori e più letali perché sottoposti a indottrinamento e desensibilizzazione fin dalla nascita.
L’impatto mortale della formazione jihadista è stato visto nei recenti attacchi terroristici, con alcuni degli uomini armati che hanno agito a Parigi e di Bruxelles e che hanno esperienza di combattimento in Siria.
Un gruppo di attivisti che documenta le atrocità dell’Isis, ha sollevato la preoccupazione che, anche se lo Stato islamico fosse sconfitto, le sue giovani reclute potrebbero continuare i sanguinosi tentativi di stabilire un califfato brutale, chiamandoli una “generazione perduta”.