“Spetta ai Comuni controllare il lavoro delle società a cui affidano l’attività di riscossione e accertamento dei rifiuti”. È quanto risponde il Ministero dell’Economia e delle Finanze all’interrogazione del deputato del M5S Francesco Cariello a seguito dello scandalo che ha coinvolto la CE.R.IN. s.r.l., società esercente l’attività di riscossione e accertamento dei tributi per diversi comuni, accusata di peculato continuato dalla Procura di Bari.
“Il Mef – scrive il deputato in una nota – sostiene che in base al Decreto legge 267 del 2000 i controlli sulla raccolta dei tributi da parte degli enti locali devono essere svolti dai funzionari del servizio finanziario o di ragioneria degli stessi enti ma omette di dire che compito del ministero è vigilare che società tipo la CE.R.IN. srl eseguino spostamenti patrimoniali senza nessuna autorizzazione. Sono gli spacchettamenti e le variazioni patrimoniali gli strumenti attraverso cui alcune società di accertamento e riscossione dei tributi, pur essendo regolarmente iscritte all’albo, compiono frodi a danno dei comuni”.
Per il deputato si tratta del “classico scaricabarile fra Governo ed ente locale” in cui a rimetterci “è il cittadino perchè non solo vede i suoi soldi svanire ma è anche chiamato a rimpinguare le casse con nuove tasse”. “La proposta del M5S – conclude – è di togliere completamente la concessione a queste società e di internalizzare l’intero servizio di accertamento e riscossione dei tributi locali”.