“Tocca all’area moderata stabilire la rotta. Tocca ai moderati riconsegnare a quest’area la sua centralità e il suo primato” e per riconquistare molti voti “serve una linea alternativa al centrosinistra e competitiva con i Cinque stelle. Serve una politica nuova”. (Una specie di Pd con simbolo diverso sarebbe una politica nuova?) Parola di Stefano Parisi, l’ex manager scelto da Silvio Berlusconi per rilanciare Forza Italia. E il centrodestra. Serve, spiega Parisi in una intervista al Corriere della Sera, “un’idea di governo, non un’idea minoritaria” e assegna a Berlusconi “l’input di modernizzatore”, “è lui che sta spingendo per il cambiamento, in modo da recuperare almeno una parte di quei dieci milioni di voti persi dal centrodestra”.
Nel centrodestra, spiega, “le liti che si sono succedute negli anni, i meccanismi autoreferenziali, l’attardarsi a discutere solo di questioni interne hanno determinato le sconfitte. Ma appena si dà una speranza la classe dirigente si mobilita e si mobilita la militanza”. Si può adottare il “modello Milano” a livello nazionale? “Il principio è lo stesso, credo che attraverso il dialogo si possa trovare un’intesa di programma. Se invece si partisse dalla necessità di tenere tutti insieme per forza si sbaglierebbe. Sembrerebbe la riedizione dell’Unione di Romano Prodi”. Insomma, conclude Parisi, “la nostra priorità oggi è stabilire la rotta di governo dei moderati. Prima vengono i moderati. E nel perimetro moderato non c’è spazio ovviamente per modelli lepenisti”, se “vuole governare il Paese” la Lega dovrà porsi questo problema. ASKANEWS