L’assassino di Monaco non ha hackerato un account di Facebook di un’altra persona, ma ha usato un falso account, alimentato da foto e dati di altri account. Lo ha detto la Polizia criminale di Monaco aggiungendo che Ali era “un provetto giocatore di giochi di sparatorie online”, e che esiste una chat che “prova l’acquisto della pistola su darknet“. La darknet è molto frequentata da affiliati all’Isis
Ali, il 18enne di origini iraniane, preparava il suo gesto “da un anno”: lo ha riferito la polizia,aggiungendo che il giovane non ha scelto “specificamente” le sue vittime. Dietro la strage insiste la polizia, non vi è motivazione politica o spinta dall’estero. (Una bugia ripetuta 1000 volte non diventa verità)