Purghe di massa, arresti: la vendetta di Erdogan contro i presunti autori o sostenitori del fallito sembra non avere fine, mentre la situazione nel paese è tutt’altro che tornata calma. A Istanbul è morto il vice sindaco Cemil Candas contro il quale – secondo quanto riporta l’agenzia statale Anadolu – almeno 2 persone hanno aperto il fuoco nella sede della municipalità di Sisli, nel centro di Istanbul, ferendolo alla testa. Intanto dopo i militari e giudici, le purghe coinvolgono la polizia e non solo.
Dopo il fallito golpe le autorità turche hanno introdotto una nuova regolamentazione che vieta l’espatrio ai dipendenti pubblici, con alcune eccezioni per alcuni passaporti speciali, che necessiteranno comunque della previa approvazione dell’istituzione presso cui si lavora. Lo riporta la tv Ntv.
VIDEO: Turkish police interrogate senior army officers allegedly involved in failed #TurkeyCoup – @anadoluagency https://t.co/muyDBORfAo
— Conflict News (@Conflicts) 17 luglio 2016
Le autorità turche hanno sospeso 30 prefetti su 81. In totale, i dipendenti del ministero dell’Interno sollevati dai loro incarichi sono 8.777, di cui – oltre ai prefetti – 7.899 poliziotti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali. Ma le prughe toccano anche dipendenti pubblici non direttamente legati alla sicurezza. Oltre alle quasi 12 mila persone già sospese da polizia e magistratura, circa 1.500 dipendenti sono stati sollevati dai loro incarichi dal ministero delle Finanze. L’ex capo dell’aviazione turca Akin Ozturk avrebbe confessato, durante un interrogatorio, di aver preso parte alla pianificazione del fallito golpe in Turchia. Lo sostiene l’agenzia statale turca Anadolu. ANSA