TORTURA PERFEZIONATA ANCHE CON VIOLENZE NON REITERATE, IN REALTA’ NON SARA’ POSSIBILE L’USO DELLA FORZA E DELLA COERCIZIONE CONTRO MALVIVENTI E VIOLENTI. I POLIZIOTTI RISCHIANO IL CARCERE PER AVER FATTO IL PROPRIO DOVERE. NON VOGLIAMO FARE LA FINE DEL CAPOSTAZIONE DI ANDRIA
“Con l’approvazione degli emendamenti al Senato che consentono di perfezionare il reato di tortura con il semplice uso della forza, e non con le ‘reiterate violenze o minacce gravi’, si stanno disarmando le Forze dell’Ordine, esponendole a continui procedimenti giudiziari di carattere ritorsivo per il semplice fatto di compiere il proprio dovere. Nessun Poliziotto o Carabiniere sarà più in condizioni di fermare e ammanettare un soggetto pericoloso o violento, perché questi potrà in ogni momento contestare di essere stato torturato.
Se il testo sarà così approvato, ogni Poliziotto sarà legittimato ad affrontare un malvivente o un soggetto violento con grande cortesia, chiedendogli se per caso vorrà seguirlo in Questura, altrimenti lasciandolo andare con buona pace delle sue vittime e i saluti di una politica capace di seguire solo l’onda mediatica e non i reali interessi dei cittadini”.
E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, commentando il voto al Senato del Ddl sul reato di tortura. “Se il reato di tortura passerà in questi termini – continua Maccari – consiglieremo ai colleghi di non sfiorare più alcun soggetto colto sul fatto di commettere un reato: mai toccare un violento, un ubriaco, un teppista, perché un momento dopo ci sarà un avvocato pronto a contestare il reato di tortura e distruggere una vita dedicata a servire il proprio Paese con onore, difendendo la legge e la giustizia. Basta uno spintone di troppo o una intimazione troppo perentoria per rischiare il carcere a vita.
Le Forze dell’Ordine italiane, che da sempre si distinguono per professionalità, civiltà e sensibilità, non meritavano di essere criminalizzate e trattate come bande di squadristi fuori controllo. E’ vergognoso il tentativo, che si consuma anche in queste ore, di associare al reato di tortura vicende come quella della morte di Riccardo Magherini, per la quale sono stati condannati in primo grado tre Carabineri per omicidio colposo. E’ evidente a tutti, ma non a chi come il senatore Manconi non fa che gettare fango e odio contro le Forze dell’Ordine, che un reato colposo non ha nulla a che vedere con la tortura o con la volontà di fare del male a qualcuno, ma riguarda un errore nel compimento del proprio dovere: un errore che può capitare a chiunque svolge un lavoro, e soprattutto a chi, come le Forze dell’Ordine, sono spesso sottoposti a fattori di stress e a condizioni di oggettiva difficoltà operativa.
Spero che il Parlamento abbia il buon senso di rivedere una legge totalmente ideologica, che ha un intento punitivo e denigratorio verso le Forze dell’Ordine, e che non prevede alcuna garanzia per chi ogni giorno scende in strada per fare rispettare la legge e garantire la sicurezza dei cittadini, e non certo per massacrare la gente. Altrimenti tutti i colleghi dovranno restare dietro le scrivanie, o comunque rifiutarsi di utilizzare la forza e la coercizione nel corso delle loro attività di servizio. Non ci stiamo a finire tutti nel tritacarne come il capostazione di Andria che, per avere commesso un tragico errore, finisce per essere lo sfortunato capro espiatorio delle colpe ben più gravi di chi sta tranquillo e strapagato al vertice del sistema”.
COMUNICATO STAMPA COISP