Centoventuno voli per il trasporto di pazienti in attesa di trapianto su lunghe distanze, ad esempio dalla Sicilia al Piemonte. Sono quelli condotti in sei mesi dalla flotta di Stato dell’Aeronautica Militare. Ma a partire dal primo luglio sono Regioni e Province autonome a farsi carico di quasi tutti questi spostamenti. Lo prevede, in tempi di Spending Review, l’accordo Stato-Regioni del 25 Marzo 2015, appena entrato in vigore.
Secondo un’indagine dell’Università di Bologna commissionata dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt), nel periodo che va da giugno a dicembre del 2015, sono stati 340 i voli per il trasporto di organi e i chilometri percorsi in volo sono stati 50.352 per il cuore, 144.929 per il fegato, 7.153 per il pancreas, 39.030 per il polmone e 161.640 per il rene. Su più di 3.000 trapianti annui, quelli che richiedono spostamenti aerei sono in realtà un numero già molto limitato, ma ora i criteri di urgenza si stringono ulteriormente. Dal primo luglio infatti saranno a carico delle Regioni, che dovranno non solo contattare il paziente ma anche attivare tutti i mezzi necessari per il trasferimento. La disposizione, come da indicazione della presidenza del Consiglio dei Ministri, mira a limitare l’impiego dei voli di Stato a circostanze eccezionali.
In questi casi infatti è stata prevista una procedura d’urgenza in base alla quale, se le disposizioni messe in atto dalle Regioni non saranno in grado di effettuare il trasporto, può essere richiesto l’intervento dell’Aeronautica, ma solo previo via libera del Cnt. ANSA SALUTE