Bisogna dire ‘grazie’ ai migranti perché hanno restituito alla città di Palermo la sua anima, restituendo un volto umano alla globalizzazione. (Palermo era rimasta senza anima ?, ndr)
Il sindaco Leoluca Orlando – a Lampedusa nell’ambito della due giorni di “Lampedus’Amore”, manifestazione organizzata per ricordare la giornalista Cristiana Matano – ha consegnato la “Carta di Palermo” a Giusi Nicolini, sindaco dell’isola delle Pelagie.
“La Carta di Palermo – ha detto Orlando – rappresenta la conferma della vocazione multiculturale della nostra città, volta al confronto e al dialogo. E’, al contempo, un punto di arrivo e un punto di partenza, in un’epoca in cui c’è chi cerca di fomentare l’odio e scatenare uno scontro di civiltà, E’ quanto mai importante lavorare per favorire l’integrazione e l’accoglienza. Punti principali, per raggiungere questo obiettivo, sono l’abolizione del permesso di soggiorno e la radicale modifica della legge sulla cittadinanza, riconoscendo il diritto alla mobilità di tutti gli esseri umani. La sfida epocale è, dunque, il passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano senza se e senza ma, sia per quanto riguarda la possibilità di lasciare il proprio Paese, sia per quella di essere accolto”. “Lampedusa, come Palermo – ha aggiunto Orlando – in questi anni ha significato, pur tra enormi difficoltà, la dimostrazione più chiara e commovente di valori universali quali solidarietà ed accoglienza”.
“Il vero problema che riguarda il fenomeno dei migranti – ha continuato il sindaco- è quello di garantire ai migranti il diritto di essere riconosciuti come persone. Bisogna dire loro ‘grazie’ perché hanno restituito alla città di Palermo la sua anima, restituendo un volto umano alla globalizzazione. Abbiamo l’esigenza di cambiare i nostri canoni educativi, poiché si sta scardinando l’idea di Stato e di identità come spazi chiusi. Il permesso di soggiorno è una nuova schiavitù dietro la quale si nascondono tragedie di ogni tipo e io non voglio essere chiamato correo dei responsabili di un genocidio”.