Serbia in allarme, ripreso flusso di migranti dalla rotta balcanica

 

Nonostante la chiusura lo scorso marzo della cosiddetta rotta balcanica con il sigillo più o meno ermetico delle frontiere nei Paesi della regione, in Serbia da alcune settimane si registra una ripresa del flusso illegale di migranti e profughi mediorientali diretti in Europa occidentale.

A lanciare l’allarme e’ stato Aleksandar Vulin, ministro del lavoro e affari sociali responsabile dell’emergenza migranti, secondo il quale gli arrivi più consistenti si registrano da Bulgaria e Macedonia. Belgrado accusa inoltre l’Ungheria di aver avviato un piano di respingimento forzato in Serbia di migliaia di migranti entrati illegalmente nel Paese nei mesi scorsi.

In tale situazione, ha detto Vulin alla tv pubblica Rts, almeno 1.500 profughi sono stati localizzati nel nord della Serbia, al confine ungherese, e oltre 500 a sud.

“I migranti stanno tornando in Serbia, e questo e’ un problema preoccupante, Se in pochi giorni ne sono giunti 2 mila, si può immaginare cosa avverra’ nei prossimi mesi. Noi non possiamo consentire questi flussi incontrollati”, ha detto Vulin, che oggi parteciperà a una seduta di emergenza con altri responsabili serbu a Presevo, nel sud del Paese al confine con la Macedonia.

E nuovi gruppi di migranti – in prevalenza siriani, iracheni, afghani – si vedono nuovamente a Belgrado, dove sostano accampati nello spiazzo davanti alla stazione ferroviaria e degli autobus, lo stesso luogo che la scorsa estate accolse migliaia di rifugiati. Migranti che sono tutti alle mercè di gruppi criminali di trafficanti. Come ha riferito l’emittente private B92, diversi profughi hanno denunciato violenze e maltrattamenti subiti dalle polizie di Ungheria e Bulgaria, che avrebbero scatenato contro di loro anche i cani. (ANSAmed)