Corruzione a Roma, Alfano: “Inchiesta usata per fini politici, non riguarda me”

 

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“Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria. Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici”. E’ quanto dichiara Angelino Alfano in merito al blitz anti-corruzione della Guardia di Finanza avvenuto ieri a Roma.

Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni”, sottolinea il ministro dell’Interno.

“L’inchiesta -spiega il leader Ncd- racconta comportamenti e metodi che, se confermati, sono anni luce distanti dalla mia visione delle cose, del mondo e dell’essere cittadino della Repubblica. Io rimango fermo a quanto valutato da chi l’inchiesta l’ha studiata e portata avanti e ha ritenuto di non coinvolgermi. Il resto appartiene al lungo capitolo dell’uso mediatico delle intercettazioni. Ma questo e’ un discorso ben noto a tutti, che si trascina da anni, diventando ormai una vera e propria telenovela legislativa”, conclude Alfano. adnkronos

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(askanews) – Sono stati svolti accertamenti su diverse nomine nelle società citate nell’inchiesta su mazzette e appalti nella pubblica amministrazione della Procura di Roma, per cui ieri sono state eseguite una trentina di misure cautelari, di cui 12 in carcere.

L’INTERCETTAZIONE – Tra le verifiche che gli investigatori hanno effettuato c’è anche quella inerente l’assunzione del fratello del ministro dell’interno Angelino Alfano, Alessandro, in Postecom (società dei servizi internet di Poste italiane). Della questione ne riferiscono anche il faccendiere Raffaele Pizza a Davide Tedesco, collaboratore dello stesso inquilino del Viminale. In una intercettazione, risalente al 9 gennaio 2015, il primo si vanta d’esser stato lui a far assumere il giovane che ha una laurea triennale in economia. A suo tempo, quando si seppe della nomina, il giornale L’Unità, nel 2013, sollevò il caso. E la questione arrivò anche in Parlamento, con una interrogazione di un deputato di Sel. I controlli della guardia di finanza, nucleo di polizia valutaria, per ora – secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio – non hanno portato a una contestazione formale. E sono stati motivati dalla necessità di valutare la attendibilità di Pizza.

PIZZA E SOCI – Il dato che ha allarmato chi indaga è la pervasività del gruppo di Pizza e soci, capaci di avere tentacoli dalle Poste all’Inps, tra i ministeri e l’Agenzia delle Entrate. Il gip scrive: “Il collegamento di Pizza con i ‘proprietari’ della CAD IT, nonché con importanti referenti di Poste dell’epoca, in particolare con Massimo Sarmi (amministratore delegato pro-tempore), emerge dalle intercettazioni”. In un dialogo agli atti lo stesso “Lino” Pizza spiega: “Boeri ci penso io quand’è il momento, è amico di… ma siamo a livelli altissimi….con Sarmi se gli dico una cosa la fa….capito,non rompesse il cazzo…quand’è il momento, io sono in grado di intervenire, amico amico suo proprio….è anche una persona di grandi qualità… …”.