L’ex Maresciallo Diana straziato da un tumore: “Aiutatemi, non ho soldi per le cure””

 

L’ex Maresciallo dell’esercito italiano Marco Diana straziato da un male che combatte da anni, ha bisogno di aiuti economici per le cure che lo tengono in vita. L’appello in un video: “Ho servito la Patria e mi sono ammalato. Lo Stato mi ha abbandonato. Per loro sono morto”

https://youtu.be/7mobOAgHg5I

Ci racconta Ferderica Melis su   www.castedduonline.it

Villamassargia. L’appello disperato dell’ex Maresciallo dell’Esercito italiano Marco Diana in un video pubblicato sulla sua pagina facebook è straziante: “Io sono vivo, ma sto morendo”.

Diana ha 46 anni, combatte oramai da 16 anni con un tumore che a poco a poco lo sta spegnendo. Secondo quanto racconta in dieci anni di carriera militare è stato a contatto, nelle missioni in Somalia e Kosovo, con sostanze tossiche come mercurio, cromo, cadmio, arsenico, piombo e uranio impoverito, tra le altre. E per questo motivo si sarebbe ammalato. Allora non sapeva a cosa si stava esponendo. Che cosa stava inalando. Le cure a cui si sottopone, sono sperimentali e quindi costosissime. Per curarsi ha venduto pure la casa e si è indebitato. Lo stato però a detta sua non lo aiuta economicamente.

Il motivo? Perchè l’ex maresciallo Marco Diana per il Ministero della Difesa risulta morto. Almeno secondo i documenti secretati che dice di possedere. E quindi se defunto lo Stato non deve pagare le cure che lo mantengono in vita.

Questo denuncia in un video dove, a fatica, seduto su una sedia a rotelle, parla per poco più di dieci minuti: “Ufficialmente deceduto. Così è scritto in questo documento che mi avevano garantito sarebbe stato modificato. Invece non è ancora stato fatto. Mi domando perché risulto ancora deceduto per la Repubblica Italiana? Io ho una risposta: perché se ufficialmente sono morto le commissioni di inchiesta non possono chiamarmi per farmi domande sul mio stato di salute. Non possono pagare un biglietto, un albergo, vitto, alloggio e accompagnatore a un morto, per essere sentito. Perché non vogliono sentirmi? Perchè sono l’unica prova vivente con documenti alla mano, con i quali posso fare nomi e cognomi di chi ha creato le morti di tutti noi cittadini italiani mandati a morire dalla Repubblica Italiana, in nome e per conto del popolo italiano, in zone di guerra. Ci hanno voluto dimenticare. Perché diamo fastidio, siamo scomodi, i loro errori non devono essere visti. Ecco l’unico motivo che mi posso dare del perché risulto ancora ufficilamente deceduto.