“Sono Sionista”, di Ariel Shimona Edith Besozzi

 

Sinossi del libro di Ariel Shimona Edith Besozzi “Sono Sionista”

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Oggi un’altra donna, dopo Oriana Fallaci e Fiamma Nirenstein, anch’essa con un passato di sinistra, afferma con orgoglio e determinazione il proprio essere sionista.

Ariel Shimona Edith Besozzi è nata nel 1973 a Milano, ha sempre affermato il proprio essere ebrea e sionista. La sua avventura di scrittrice inizia nell’estate del 2014 nel corso del conflitto che ha coinvolto lo Stato d’Israele contro i terroristi di hamas, sente la necessità di esternare, scrivendo, il proprio incondizionato sentimento sionista che le fa affermare il diritto del Popolo Ebraico all’autodeterminazione, a vivere nello Stato d’Israele all’interno di confini stabili, sicuri e difendibili. Leggendo il libro di Edith Ariel Shimona possiamo guardare Israele attraverso gli occhi dell’autrice che ci porta ad incontrarne le bellezze, le particolarità che rendono quella terra radice della nostra cultura.

“In Israele Edith scopre una nazione giovane e antichissima, proiettata verso il futuro ma con profonde radici nel suo passato millenario. Scopre che in Israele si è realizzato, caso unico al mondo, il Socialismo vero e libero, che si mette in discussione, che lavora, dove chi è meritevole viene premiato e gratificato. Israele è il paese che non conosce la frustrazione, la noia e nemmeno la paura, perché vive ogni giorno come fosse l’ultimo, quindi dà il meglio di sé per il bene di tutti.” leggiamo nella prefazione al libro di Deborah Fait.

Da questo sentimento di orgoglio e d’amore nasce, questo libro, il titolo è una chiara dichiarazione: “Sono Sionista”. La storica casa editrice di Livorno “Salomone Belforte” lo ha pubblicato nel marzo di quest’anno all’interno della Collana di Studi sul Sionismo, e ora è già alle stampe la seconda edizione.

Questo scritto racconta l’esperienza di una donna ebrea che quotidianamente difende il diritto dello Stato d’Israele a vivere, ad autodeterminarsi, ad esistere per essere la terra in cui tutti gli ebrei possono fare ritorno. Ariel Shimona Edith ha scelto di scrivere per spiegare, come nel XXI si declina il pregiudizio, purtroppo mai morto, contro il Popolo ebraico, che da antisemitismo assume le vesti di antisionismo. Nulla di diverso da quanto è accaduto nei secoli. Nella sua introduzione l’autrice ci spiega che la ragione che l’ha spinta a dichiarare d’essere sionista è stato “il confuso silenzio ed il balbettio di molti”. La stessa incertezza prudente che consente a molti di non prendere posizione rispetto al dilagare del terrorismo, anche quando risulta evidente che è perfino troppo tardi per fermarlo o anche solo arginarlo.

Nelle riflessioni raccolte nel suo libro Ariel Shimona Edith, non solo denuncia un male mai morto in Europa, ovvero l’antisemitismo ora mascherato e sdoganato come antisionismo, ma cerca di dare anche una speranza di una pace vera quella determinata dallo Shalom, che non è negazione di sé stessi ma affermarsi come sinonimo di affermazione di vita.

Ariel Shimona Edith impersona con le sue parole quella stessa speranza che pervade Israele e che è perfettamente interpretata dalle parole dell’inno nazionale Israeliano “Hatikvah” (Speranza). Questa speranza diviene un appello alla riscoperta della politica nel senso etico del termine, perché per Ariel Shimona Edith “la politica è qualcosa di meraviglioso che attiene la vita di ognuno di noi, che ci descrive come esseri sociali; la politica è ciò che presuppone la necessità d’impegnarci non solo per il nostro personale benessere ma perché il contesto, il gruppo, la nazione alla quale apparteniamo possano essere luogo di scambio, benessere, serenità, vita e ricchezza. Esistono una serie di norme etiche che, se applicate, determinano uno sforzo individuale profondo ma anche la possibilità che la convivenza divenga proficua e positiva. Politica per me è ogni azione che noi compiamo nella nostra vita nella misura in cui questa ha ricadute su tutto ciò che ci circonda ed è per questo motivo che, fin da bambina mi sono sempre ostinata a cercare di capire, studiare, conoscere ma anche dire ed intervenire per contrastare le ingiustizie, da chiunque queste fossero compiute.”

Ma non solo, attraverso le parole di questo libro possiamo incontrare le donne d’Israele, la terra nella sua dimensione più concreta e vera, anche come luogo dell’anima, perché, come dice il Professor Ugo Volli nella sua presentazione “Il Sionismo di Besozzi è tutto questo, non semplicemente una posizione politica ma un percorso spirituale e umano autentico, un modo di realizzare la propria umanità, il proprio essere donna”.

Un libro personale e politico, autentico. Un modo per incontrare Israele, per comprendere il sionismo, per dire con forza che si è con la vita contro la morte propugnata dal terrorismo.

Demetrio Serraglia