Le riforme come conditio sine qua non per la sfida dell’Italia all’austerity, in un’Europa dove avanzano quei partiti populisti che anche in Italia incassano voti. E’ questo il filo rosso che unisce i tanti argomenti che il premier Matteo Renzi tocca a La Repubblica delle Idee, in un dialogo con Eugenio Scalfari che, in un finale tutto su referendum costituzionale e legge elettorale, vede il capo del governo ammettere di “non essere innamorato dell’Italicum” e annunciare di essere “pronto a firmare una proposta di legge” che, con il nuovo impianto istituzionale vigente, limiti a due i mandati del premier.
Concetti che Renzi sottolinea replicando a Scalfari che annuncia il suo ‘no’ alle riforme se non cambierà la legge elettorale e ribadendo come, con la vittoria del no in autunno “l’Italia diventa ingovernabile e in Europa non ci fila più nessuno”. E l’Italicum? Forse, dal dialogo a RepIdee esce meno blindato di qualche mese fa. “Avrei preferito il Mattarellum con strumenti per garantire la vittoria” ammette Renzi osservando come il sì ad ottobre sarà tuttavia un sì ad una riforma costituzionale che “dura 30 anni” quando una “legge elettorale dura molto meno”. ANSA