A quattro giorni dalla chiusura dei seggi a Roma non ci sono i dati definitivi. Ancora più clamoroso: in 26 sezioni sulle 2.600 di Roma i presidenti non hanno consegnato i verbali firmati: nel conteggio finale dunque ci sono solo una serie di zero e ad oggi mancano di fatto almeno 11.000 voti. Non spostano il risultato finale per la corsa a sindaco, sia chiaro, ma nel gioco delle preferenze qualcosa potrebbe cambiare. Ma soprattutto è la fotografia di un caos che, secondo le testimonianze di rappresentanti di lista di differenti coalizioni, «non si era mai visto».
TASK FORCE
Ieri la commissione centrale della Corte d’appello ha inviato un organismo, presieduto dal magistrato Francesco Oddi, per andare al conteggio dei voti delle sezioni fantasma. Alcune sono state fatte, inizialmente addirittura il buco nero era di più di trenta sezioni, ma servirà tempo per completarle, forse bisognerà attendere la fine della settimana.
Ma come mai presidenti e scrutatori hanno lasciato a metà il loro lavoro? Il voto si è concluso alle 23 di domenica, entro le 11 di lunedì doveva essere completato il conteggio e compilati il verbale in duplice copia. È successo di tutto: in alcuni casi i verbali non ci sono proprio, sono spariti; in altri, i presidenti di sezione hanno scritto «operazione sospesa causa stanchezza, siamo impossibilitati ad andare avanti»; a volte mancano le firme. Morale: 11.000 voti nei dati diffusi dal Viminale e dal Comune di Roma non risultano.
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