Bologna è militarizzata. E la chiusura di una campagna elettorale con così tanta polizia non si vedeva da tempo. I centri sociali da ieri sono mobilitati per “cacciare” Salvini dal capoluogo emiliano. Hanno barricato piazza Verdi con balle di fieno e un lungo presidio.
Il leader del Carroccio è arrivato in Piazza Maggiore alle 18.30, passando dal cortile del palazzo del Comune. Davanti a qualche centinaia di militanti si è imbavagliato e ha attaccato gli antagonisti, il sindaco Merola e ha ribadito di voler chiudere i centri sociali se là Borgonzoni dovesse vincere. “Piazza Verdi diventerà un giardino”, ha detto il leader leghista. Gli 80 mila studenti di Bologna, ha aggiunto il segretario, “non sono rappresentati da 100 figli di papà col portafoglio pieno”. Sulla stessa linea la candidata sindaco, Lucia Borgonzoni: “Quando sarò sindaco, il 19 giugno, queste persone che il più delle volte non sono nemmeno bolognesi verranno cacciati via. Non possono dire a Bologna e ai bolognesi dove un partito può e non può chiudere la campagna elettorale”.
Fuori dalla “gabbia” alcuni contestatori stanno cantando i soliti ritornelli contro il segretario del Carroccio. “Fuori Salvini da Bologna”. La polizia ha arrestato alcuni antagonisti in via Zamboni, dopo alcune colluttazione tra forze dell’ordine e manifestanti. La risposta della Lega non si è fatta attendere: “Sono quattro ragazzetti – ha detto Salvini – non è possibile che non sia possibile fare liberamente un comizio in questa città”. il giornale