Sara Di Pietrantonio è stata aggredita, poi tramortita, quindi strangolata e alla fine bruciata. E’ questo il quadro che sta emergendo dall’esame autoptico dell’istituto di medicina legale della Sapienza sulla morte della giovane 22enne, uccisa all’alba di domenica scorsa alla Magliana, nella periferia di Roma, dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano, guardia giurata 27enne che l’avrebbe prima seguita con l’auto e poi data alle fiamme.
PADUANO RESTA IN CARCERE – Il gip Paola Della Monica ha convalidato il fermo per Paduano, accogliendo le richieste della Procura capitolina, che ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e stalking.
IL BLACK OUT E POI L’OMICIDIO . Dalle testimonianze, intanto, si stanno ricostruendo gli ultimi giorni di vita della vittima. Un black out lungo quasi una settimana e poi l’omicidio. Vincenzo Paduano, infatti, continuava a rimanere in contatto con la ex, dopo la decisione di lei d’interrompere la relazione sentimentale. Ma nell’ultima settimana non ci sarebbero stati messaggi o segnali come prima. Nulla poteva far presagire quel che sarebbe avvenuto. Gli amici e le amiche di Sara hanno spiegato di non ritenere Vincenzo capace di fare quel che poi ha fatto. “Poteva essere un po possessivo, ma…”, hanno spiegato agli investigatori. La stessa ragazza non sembra avesse confidato ad alcuno le vessazioni a cui la sottoponeva Vincenzo. Anche per questo quando lo stesso vigilantes si è presentato a casa di Sara, sabato scorso, non è scattato insomma alcun allarme. “Al massimo lei diceva che Vince era un po geloso”, è stato detto a chi indaga. ASKANEWS