Dio ama tutti gli uomini e non disprezza i peccatori.
Città del Vaticano, 1 giu.- Il fariseo “fa finta di pregare ma riesce solo a pavoneggiarsi davanti allo specchio”, il pubblicano, disprezzato da tutti, “diventa un’icona del vero credente”. Papa Francesco ha preso spunto da una nota parabola del Vangelo per illustrare “qual è l’atteggiamento giusto per pregare”, perché, ha spiegato all’udienza generale in piazza San Pietro, “non basta domandarci quanto preghiamo, dobbiamo anche chiederci come preghiamo”, con “arroganza e ipocrisia” o invece con quella “umiltà” che apre la strada a Dio.”Entrambi i protagonisti salgono al tempio per pregare, ma agiscono in modi molto differenti, ottenendo risultati opposti. Il fariseo prega ‘stando in piedi’, e usa molte parole. La sua è, sì, una preghiera di ringraziamento rivolta a Dio, ma in realtà è uno sfoggio dei propri meriti, con senso di superiorità verso gli ‘altri uomini’, qualificati come ‘ladri, ingiusti, adulteri’, come, ad esempio, – e segnala quell’altro che era lì – ‘questo pubblicano’.
Ma proprio qui è il problema: quel fariseo prega Dio, ma in verità guarda a sé stesso. Prega se stesso! Invece di avere davanti agli occhi il Signore, ha uno specchio. Pur trovandosi nel tempio, non sente la necessità di prostrarsi dinanzi alla maestà di Dio; sta in piedi, si sente sicuro, quasi fosse lui il padrone del tempio! Egli elenca le buone opere compiute: è irreprensibile, osservante della Legge oltre il dovuto, digiuna ‘due volte alla settimana’ e paga le ‘decime’ di tutto quello che possiede. Insomma, più che pregare, il fariseo si compiace della propria osservanza dei precetti. Eppure il suo atteggiamento e le sue parole sono lontani dal modo di agire e di parlare di Dio, il quale ama tutti gli uomini e non disprezza i peccatori. Questo disprezza i peccatori, anche quando segnala l’altro che è lì. Insomma, quel fariseo, che si ritiene giusto, trascura il comandamento più importante: l’amore per Dio e per il prossimo”. (askanews)