Bruxelles, 31 mag. – Le “relocation”, ovvero il ricollocamento negli altri Stati membri dell’Ue di una parte dei rifugiati arrivati in Italia e Grecia l’anno scorso e quest’anno, hanno segnato il passo per molti mesi, ma nell’ultima settimana stanno cominciando ad accelerare; tuttavia, vanno ancora molto a rilento rispetto alla tabella di marcia richiesta per dare attuazione alla decisione comunitaria, presa a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue, di trasferire 120.000 richiedenti asilo. Lo ha detto oggi a Bruxelles una portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva, durante la conferenza stampa quotidiana dell’Esecutivo Ue, mincciando di ricorrrere alle procedure d’infrazione contro i paesi membri che non collaborano.
Le “relocation” finora attuate “sono 1.816, di cui 45 ieri dalla Grecia alla Spagna; da una settimana, per la prima volta, stiamo registrando ricollocamenti che avvengono a ritmo quotidiano, ciò che è incoraggiante. Ma – ha detto Andreeva – è importante che ci sia un’accelerazione” nell’attuazione del programma.Si tratta, ha avvertito la portvoce; di “una decisione di diritto comunitario legalmente vincolate, che deve essere attuata da coloro che hanno preso la decisione nel Consiglio Ue.
La Commissione – ha ricordato Andreeva – è guardiana dei Trattati Ue, e può lanciare procedure di infrazione3 contro gli Stati membri per obbligarli ad applicare la legislazione comunitaria.”Abbiamo già lanciato degli avvertimenti” ai paesi che non stanno attuando le “relocation” e “se sarà necessario non ci asterremo dall’esercitare i nostri poteri”, ha concluso la portavoce. (askanews)
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