I troppi morti in mare chiedono “all’Europa di ripensare un’azione forte”. Lo denuncia monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione della Cei che si occupa di immigrati, profughi e rifugiati.
“Il punto – osserva all’Adnkronos – è che gli ultimi atti dell’Europa, i muri che continua ad innalzare vanno nella direzione di lasciare ad altri la responsabilità dell’accoglienza di tante famiglie in fuga. C’è stata una nuova strage di bambini, segnale che non ci sono solo uomini in fuga (in realtà i giovani maschi sono il 90% ed è inutile negarlo) ma intere famiglie che fuggono da guerre e disastri, ma sembra che l’Europa non senta sulla coscienza tutti questi morti”.
Non si capisce per quale motivo l’Europa debba sentire quei morti sulla coscienza, piuttosto dovrebbe sentirli l’OIM Le migrazioni di massa e l’ente miliardario che le “promuove” (Oim)
In ogni caso, noi stiamo salvando aldulti che hanno lasciato affogare 50 bambini.
In ogni caso, don Perego non dice sulla coscienza di chi sono tutti i cristiani uccisi in quanto cristiani
Il direttore di Migrantes riflette anche sui dati dell’Alto commissariato Onu che segnalano che solo nell’ultima settimana nel nostro Paese ci sono stati oltre 13mila arrivi contro i 180 migranti approdati sulle isole greche. “Un dato – sottolinea mons. Perego – frutto non solo degli infausti esiti degli accordi Ue-Turchia ma anche dei muri che si stanno innalzando. I nazionalismi stanno facendo dell’Italia un Paese che rischierà di sopportare maggiormente l’accoglienza dei migranti”. Da qui la necessità “di piani di accoglienza. I corridoi umanitari – osserva il direttore dell’organismo della Cei in prima linea nell’aiuto di profughi e rifugiati – devono diventare prassi comune in maniera tale che si eviti quella che ormai è una tratta di esseri umani che va ad alimentare criminalità e terrorismo”. adnkronos