La polizia e la guardia di finanza di Palermo hanno fermato 17 presunti scafisti originari del Gambia, del Senegal, della Costa d’Avorio, del Ghana, della Guinea e della Sierra Leone, accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e ingresso illegale nel territorio dello Stato. Il loro fermo è giunto al termine dello sbarco di 1.052 persone avvenuto al molo di Palermo, trasportate dalla nave “Dattilo” della Guardia Costiera
In particolare, i 17 si occupavano di governare i gommoni e le imbarcazioni di fortuna e, in considerazione dell’elevato numero dei immigrati, del mantenimento dell'”ordine a bordo”. Tale ultimo ruolo è stato esercitato, talvolta, usando violenza sugli immigrati. Gli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza sono giunti all’eccezionale individuazione delle 17 persone anche attraverso l’attenta osservazione dei filmati e delle immagini raccolte a bordo della nave, nonché grazie alle dichiarazioni rese da alcuni migranti.
Sono in corso indagini per verificare l’eventuale appartenenza dei fermati ad una più ampia e violenta struttura organizzativa criminale dedita al traffico di esseri umani. Dalle indagini svolte è infatti emerso un tragico spaccato di prevaricazioni e sofferenze patite dai migranti, soprattutto nelle fasi preparatorie del viaggio per raggiungere le coste italiane: dalla segregazione sotto vigilanza armata all’interno di alcuni casolari nell’entroterra di Sabrata, a circa due miglia dalle spiagge, fino al trasbordo sui gommoni utilizzati per la traversata, in condizioni precarie essendo gli occupanti dei gommoni ammassati uno sull’altro.Per ogni viaggio ciascun migrante è stato costretto a versare ai trafficanti tra i 300 e i 1000 euro. I 17 sono stati portati nel carcere di Pagliarelli. askanews