Oggi la candidata sindaco di FdI, Giorgia Meloni, – in occasione dell’anniversario della morte di Almirante – ha affermato che in caso di elezione in Campidoglio intitolerà una strada a quello che definisce “un uomo che è stato fondamentale nella storia della destra italiana e nella storia della politica italiana”.
Immediata la replica della presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha dichiarato: “Lo ripetiamo per chi lo avesse dimenticato: mai una via a Roma per chi come Almirante collaborò alla ‘Difesa della Razza’ senza pentirsene“, affermazione che non corrisponde a verità, in quanto Almirante rigettò completamente le sue affermazioni negli anni ’5o.
Sulla stessa linea della Dureghello anche l’ANPI: “E’ una proposta inaccettabile, irricevibile e assurda”. Per il presidente dell’ Anpi Roma, Fabrizio De Sanctis, “è un’idea negativa e pessima”.
Armando Manocchia, che è sempre stato vicino a Israele e distante sia dai fascisti rossi che neri, si chiede perchè la Dureghello non si lasci sfuggire l’occasione per alimentare l’antisemitismo e perché non abbia rilasciato analoghe dichiarazione sulle numerosossime vie dedicate ai comunisti, che con gli ebrei furono feroci quanto i nazisti.
Da fonti storiche si apprende che, tra il ‘34 e il ‘39, in URSS furono chiuse quasi tutte le istituzioni culturali ebraiche e quasi 500MILA ebrei furono deportati in Siberia dalla Polonia orientale, dalla Bessarabia e dalla Bucovina. Molti di loro morirono durante il viaggio e altri nei gulag.
Scrive GIAMPAOLO VISETTI su Repubblica:
Esiste in Russia documentazione fotografica sui lager nazisti, o sulle fucilazioni di massa degli ebrei? «Nemmeno una foto. Il comunismo, a differenza del nazismo, non è crollato alla fine della Seconda guerra mondiale. Sul territorio sovietico non furono mai costruiti lager. I nazisti non avevano bisogno di nascondere nulla. Le fucilazioni avvenivano sotto gli occhi di tutti. L’ Urss ha poi distrutto tutti i documenti compromettenti»
Hitler negli anni Trenta studiò i metodi repressivi di Stalin. Li ammirava e li adottò, rendendoli poi più sofisticati.
Armando Manocchia, che inorridisce davanti a ogni genere di crimine – passato e presente – si chiede perché, ancora oggi, si guardi sempre con un occhio piu’ benevolo e meno accusatorio alle stragi rosse e perché si tenti di celare o sminuire le responsabilità storiche sugli orrori del comunismo.