Libia, orrore Isis a Sirte: decapitazioni e crocifissioni

 

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Mentre l’attenzione della comunità internazionale è rivolta principalmente ai crimini commessi dai jihadisti in Siria e Iraq, il sedicente Stato islamico (Is) commette atrocità di ogni tipo a Sirte, sua roccaforte in Libia. La denuncia è contenuta nell’ultimo rapporto di Human Rights Watch (Hrw), che riporta alcune “scene di orrore” raccontate da testimoni, commesse da febbraio 2015.

Tra queste, anche la decapitazione di decine di residenti della città costiera accusati di essere spie, ma anche la crocifissione o la fustigazione per ‘reati’ come aver fumato una sigaretta o aver ascoltato musica.

Secondo Hrw, l’Is ha assegnato ai suoi militanti le case e tutti i beni sequestrati ai residenti che si sono dati alla fuga. E anche medicinali, cibo, carburante e contanti sono assegnati ai jihadisti. Chi rimane, si legge nel rapporto, rischia la morte per decapitazione o per fucilazione, con accuse che vanno dall’essere oppositori o spie fino alla stregoneria e alla blasfemia.

“Come se le decapitazioni e le fucilazioni dei presunti nemici non bastassero – afferma nel rapporto Letta Tayler, esperta di terrorismo – l’Isis causa terribili sofferenze a Sirte anche per i musulmani che si adeguano alle sue regole”.

Sono 49 le esecuzioni in città attestate da Hrw, ma sono numerosi anche i rapimenti o i casi di persone scomparse. I jihadisti hanno aperto almeno tre carceri, uno dei quali in quella che era una scuola. Sono state chiuse tutte le banche tranne una e le comunicazioni con il mondo esterno sono possibili solo attraverso internet point gestiti dai jihadisti.

L’università ha sospeso le lezioni, dopo che l’Is ha vietato l’insegnamento di materie come la storia e ha imposto la divisione tra ragazzi e ragazze. Le scuole sono gestite dall’Is e gli insegnamenti si concentrano sulla religione e sul diritto islamico. “La natura e la dimensione delle esecuzioni e degli altri atti dell’Isis in Libia – afferma Hrw – possono indurre a parlare di crimini contro l’umanità”. adnkronos

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