Un jihadista islamico accusato di avere finanziato gli attacchi kamikaze a Giakarta nel 2009 ha usato un servizio fornito da Google per vendere spazi pubblicitari sul suo sito Internet a marchi internazionali come Citigroup, Ibm e Microsoft. Lo scrive il Financial Times, citando Muhammad Jibril Abdul Rahman, noto come il principe della Jihad, sanzionato da Usa, Ue e Onu e parte del gruppo militante islamista Jemaah Islamiyah con sede nel Sud-Est asiatico e con legami con al Qaida.
Arrahmah.com, questo il nome del sito su cui compaiono anche immagini di impiccati e teste mozzate, ha generato migliaia di dollari grazie alle inserzioni promozionali piazzate attraverso AdSense, il più grande network di pubblicità online al mondo di Google.Come scrive il quotidiano finanziario, non sembra che gli inserzionisti né Google sapessero di avere un legame con il terrorista, cosa che comporta in Usa fino a 20 anni di carcere o una multa di un milione di dollari. Certo è che la controllata di Alphabet ha cancellato l’account di Arrahmah.com dopo essere stata contattata dall’FT. Gli inserzionisti dal canto loro hanno chiesto la rimozione dal sito.
Il fatto solleva comunque dubbi sul modo con cui vengono analizzati i siti con cui fa affari chi investe nel mercato della pubblicità online da 160 miliardi di dollari e i rispettivi intermediari. Le pubblicità su Internet vengono piazzate spesso in modo automatizzato, con ben poca “supervisione umana”.”Prendiamo molto seriamente la qualità del nostro network e investiamo una quantità significativa di tempo e risorse per tenere fuori dal nostro sistema i cattivi. Abbiamo anche politiche stringenti e condizioni di utilizzo che regolano il tipo di pubblicazione che accettiamo su AdSense”, ha spiegato Google, aggiungendo che Arrahmah.com “viola i nostri condizioni di utilizzo quindi abbiamo agito chiudendone l’account e rimborsando gli inserzionisti”. Il valore di questi rimborsi resta sconosciuto. ASKANEWS