di Gianni Petrosillo
Gli Stati Uniti, che già occupano militarmente l’Europa con la Nato, hanno deciso di conquistarla anche economicamente col TTIP.
L’accordo, in corso di perfezionamento, è la strada per accedere più facilmente ai suoi mercati e condizionarli dall’interno. Ma è anche un modo per farle terra bruciata intorno, rendendo inagibili gli spazi commerciali euroasiatici, nonché gli scambi strategici con paesi come Russia e Cina, tornati alla ribalta mondiale negli ultimi anni. Questo è il punto fondamentale della questione.
Chi sostiene che gli Usa, con tale accordo di libero-scambio, vogliono invaderci con i loro prodotti spazzatura e sovvertire le basi sanitarie delle nostre società, dice una falsità. Questi argomenti deboli servono proprio a far fallire la battaglia contro il Transatlantic Trade and Investment Partnership che, per noi, genera problematiche di origine (geo)politica ben più complesse di quelle alimentari, ambientali, sanitarie o culturali portate avanti dagli ambientalisti o dai gruppuscoli pregiudizialmente anti-statunitensi.
Washington, per arrivare al suo scopo, ha prima contribuito a creare il caso ucraino e poi ha trascinato Bruxelles in una nuova guerra fredda con Mosca, introducendo sanzioni contro il Cremlino, per via della sua reazione all’ennesima rivoluzione colorata nel suo estero vicino. Inoltre, ha militarizzato i confini interni orientali dell’Europa, a ridosso del gigante dell’Est, dove sta dispiegando l’Anti Ballistic Missile System, tra Polonia e Romania, percepito come una minaccia dai russi. A questa provocazione l’establishment putiniano sta replicando con una corsa al riarmo nucleare in ogni ambito. Dai treni atomici, ai sottomarini nucleari fino al potenziamento dei razzi Iskander nell’enclave Kaliningrad, autentica spina nel fianco di Mosca in territorio europeo.
L’aggressività americana, che gioca sulle contraddizioni della zolla europea, ha un costo ormai elevatissimo per tutto il Vecchio Continente, sai in termini di (mancata) sicurezza che di (limitata) sovranità. Il piano americano ha come priorità quella di far aumentare l’incomprensione tra Russia ed Europa per destabilizzare ed indebolire entrambe. La manovra è necessaria anche per evitare il saldamento degli interessi euro-russi con quelli cinesi. Come ha scritto recentemente Zbigniew Brzezinski impedire che questi tre player (Europa, Russia e Cina) giungano ad un’intesa politico-economica è di vitale importanza per la conservazione della proiezione egemonica statunitense nei prossimi lustri.
Infatti, proprio mentre le gerarchie atlantiche, ricorrendo ad un surplus di ideologia liberista, spingono per l’abbattimento delle barriere commerciali e finanziarie in Occidente (col TTIP), alzano muraglie contro l’economia cinese. Due pesi e due misure. La mano del mercato sarà invisibile ma qualcuno sa ancora come afferrarla.
Il Parlamento di Strasburgo ha recentemente approvato una risoluzione per mantenere o elevare i dazi sui prodotti cinesi. L’Ue ha anche negato alla Cina lo status di economia di mercato. Perché questa disparità di trattamento tra Pechino e Washington? Forse perché la Cina non rispetta certi standard europei? A quanto pare, nemmeno l’America. Allora? La democrazia cinese non poggia su solide basi come quella americana. Basi solidissime sparse in tutta Europa. Did you get it?