Cinque anni fa, il 14 maggio 2011, l’allora direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, veniva arrestato a New York con l’accusa di aver aggredito sessualmente la cameriera Nafissatou Diallo nella suite da 3.000 dollari a notte di un Sofitel vicino a Times Square. Per l’ex ministro delle Finanze francese è un’umiliazione planetaria e un durissimo colpo all’immagine che gli costerà la candidatura all’Eliseo per il 2012, con i sondaggi che lo davano nettamente avanti rispetto a Nicolas Sarkozy e agli altri papabili socialisti.
Secondo la cameriera Dsk, descritto come un uomo “nudo e con i capelli bianchi”, la afferrò con violenza nell’area vaginale e poi la buttò a terra e la costrinse a un rapporto orale. Il Dna di Strauss-Kahn fu effettivamente trovato sulla divisa da cameriera di lei e nella stanza, ma lui sostenne che quel rapporto era stato consensuale. Dsk fu poi scagionato a livello penale mentre nel dicembre 2012 patteggiò nella causa civile con la cameriera originaria della Guinea, sul cui conto nel frattempo erano emerse rivelazioni che ne hanno messo in dubbio la credibilità.
Il trailer del film su Dominique Strauss-Kahn con Gerard Depardieu
La reputazione di Strauss-Kahn fu poi nuovamente scossa dall’inchiesta su un giro internazionale di escort della procura di Lille, per la quale rischiava fino a 10 anni di carcere. Nel giugno 2015 il processo si è concluso con un’assoluzione in quanto l’ex numero uno dell’Fmi non avrebbe pagato per le prestazioni delle donne coinvolte e non ci sono prove che fosse a conoscenza che si trattasse di prostitute.
Strauss-Kahn, oggi 67enne, non ha mai negato il suo libertinaggio sessuale ma sostiene di essere stato infangato da accuse interessate e da una gogna mediatica che ha bloccato la sua ascesa politica. I suoi appetiti erotici, peraltro, sono stati sbandierati in interviste, articoli, libri e persino in un film sull’onda degli scandali che lo hanno coinvolto. Di certo si può dire che la storia della Francia poteva cambiare, in quanto con le sue competenze economiche era probabilmente il più naturale successore di Sarkozy al’Eliseo. Nel frattempo gli esponenti socialisti che lo sostenevano si sono gradualmente riaccasati nel partito, chi con Hollande (Pierre Moscovici, Vincent Peillon, Gérard Collomb, Marisol Touraine) e chi con la sinistra di Martine Aubry (Jean-Christophe Cambadélis, Christophe Borgel, François Pupponi…).
Un anti-Hollande come Laurent Baumel si è chiesto come sarebbe stato un quinquennio con Dsk presidente francese: “Avrebbe fatto valere le sue entrature negli ambienti economici e finanziari, sarebbe stato meno ondivago e avrebbe saputo tenere testa a Angela Merkel“. (AGI)