Adozioni, genitori accusano: “61 bambini bloccati in Congo, noi dimenticati”

 

congoSessantuno bambini ancora bloccati in Congo e 61 famiglie italiane che li attendono ormai dal settembre 2013, “quando su di noi si è abbattuta la sventura, l’inizio di un’attesa estenuante”. A raccontare il dramma di queste 61 famiglie e dei loro figli adottivi che “vivono in un limbo” è il legale Alba Pavoni, oggi nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio in cui il M5S ha presentato la sua proposta di legge sulle adozioni internazionali.

E’ un ‘j’accuse’ durissimo il suo, quello di una mamma disperata che attende di abbracciare il suo piccolo, che ogni giorno diventa più grande nel chiuso di un orfanotrofio congolese, mentre qui c’è una famiglia, o meglio 61 famiglie, in attesa. “Due mesi fa c’è stato uno sblocco – racconta Pavone, in conferenza stampa come rappresentante del Comitato genitori adottivi di bambini della Repubblica democratica del Congo – ci hanno chiamato nel cuore della notte per dirci che, nei 10 giorni successivi, ci sarebbero state nuove comunicazioni. Poi di nuovo il silenzio, la disperazione più nera”.

“La Commissione adozioni internazionale ci tiene fuori, siamo in un limbo che dipende solo dal governo italiano. Da 60 giorni i nostri figli possono arrivare ma sono fermi, mentre il governo italiano tace. Eppure occorrono documenti banali, ottenibili in tempi strettissimi”, spiega.

“Anche le tante interpellanze sul caso sono rimaste lettera morta. Invitiamo Renzi a intervenire con la massima urgenza, la vita non aspetta. Altrimenti – avverte Pavone – siamo pronti a scendere in Congo e a raggiungere i nostri figli, diversi parlamentari si sono già detti pronti a seguirci e speriamo se ne aggiungano tanti altri”.

Ma Pavone chiede anche che le famiglie vengano avvisate per tempo, nel caso in cui la vicenda dovesse sbloccarsi. “Non come gli altri bambini arrivati dal Congo – spiega – che hanno dovuto attendere all’aeroporto di Fiumicino 12 ore prima di vedere le loro famiglie. Quei piccoli hanno bisogno di noi, hanno atteso fin troppo”. ADNKRONOS