“Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo”.
Nel discorso alla cerimonia di conferimento del Premio Carlo Magno (A Bergoglio il premio Carlo Magno che nel 1950 fu assegnato a Kalergi), Papa Francesco ha scelto la formula utilizzata da Martin Luther King “I have a dream” per indicare gli obiettivi che ritiene dignitosi e doverosi per l’Unione Europea L’auspicio di Bergoglio per la UE – pronunciato davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel, al re di Spagna Felipe IV, al premier italiano Matteo Renzi e al governatore della BCE, Mario Draghi oltre che ai tre presidenti europei Schulz, Juncker e Tusk accompagnati dall’alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini – è che “i progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri”.
“Sogno – ha continuato l’erede di Kalergi – un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa in cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”. “Le radici dei nostri popoli, le radici dell’Europa si andarono consolidando nel corso della sua storia imparando a integrare in sintesi sempre nuove le culture più diverse e senza apparente legame tra loro. L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale“, ha spiegato il Papa esortando a “promuovere un’integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia”.
“Una solidarietà – ha tenuto a distinguere – che non può mai essere confusa con l’elemosina, ma come generazione di opportunità perchè tutti gli abitanti delle nostre città – e di tante altre città – possano sviluppare la loro vita con dignità. Il tempo ci sta insegnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forte integrazione culturale”. Secondo Bergoglio, “in questo modo la comunità dei popoli europei potrà vincere la tentazione di ripiegarsi su paradigmi unilaterali e di avventurarsi in colonizzazioni ideologiche; riscoprirà piuttosto l’ampiezza dell’anima europea, nata dall’incontro di civiltà e popoli, più vasta degli attuali confini dell’Unione e chiamata a diventare modello di nuove sintesi e di dialogo”. “Il volto dell’Europa – infatti – non si distingue infatti nel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti di varie culture e la bellezza di vincere le chiusure”.
“Se c’è una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci – ha osservato Papa Francesco – è questa: dialogo. Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogo cercando con ogni mezzo di aprire istanze affinchè questo sia possibile e ci permetta di ricostruire il tessuto sociale. La cultura del dialogo implica un autentico apprendistato, un’ascesi che ci aiuti a riconoscere l’altro come un interlocutore valido; che ci permetta di guardare lo straniero, il migrante, l’appartenente a un’altra cultura come un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato. è urgente per noi oggi coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere “una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro”, portando avanti “la ricerca di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni”.
Nel suo discorso, Francesco ha fotografato impietosamente “un’Europa tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione; un’Europa che si va trincerando invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società; dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori sociali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai problemi attuali, che portino frutto in importanti avvenimenti storici” ed ha descritto come traguardo “un’Europa che lungi dal proteggere spazi si renda madre generatrice di processi”.
“Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno – ha affermato Papa Bergoglio – un nuovo umanesimo europeo, “un costante cammino di umanizzazione, cui servono “memoria, coraggio, sana e umana utopia”.
“Sogno – ha detto ancora – un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perchè rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perchè non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto”.
“Sogno un’Europa – ha elencato – dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile”. “Sogno – ha poi concluso – un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti”. (AGI)
MA COME NESSUNO MI DICE LA SUA.?
ALLORA NE DICO IO UN’ALTRA.! : EUROPA MADRE PER I MIGRANTI.! (LO HA DETTO BERGOGLIO.; MENTRE, E’ MAMMASANTISSIMA.!!!
IL – REALE ???-… PER GLI EUROPEI / ITALIANI E’ MATRIGNA.!!!
Fin da piccolo; mi hanno insegato i “vasi comunicati” nel tempo anche quando non esisteva il metro , il peso , il volume. – miisure scentifiche . ma empiriche di ogni paese.
Con tutto il Rispetto “Bergoglio”, a me appare, NON ha nessuno dei due.!