”Ostia è nostra”. Le mani del clan di ‘Buzzi & Carminati’ sul X Municipio di Roma, ora sciolto e commissariato per mafia, sono state al centro della nuova udienza del maxiprocesso di Mafia capitale. Nel mirino la gara delle spiagge della stagione balneare 2014 e la manutenzione del verde che, intercettazioni alla mano e rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo, il capitano del Ros Federica Carletti ha ricostruito davanti alla decima sezione penale del Tribunale, presieduto da Rosanna Ianniello.
”400mila per il verde ce li danno a noi – dice il ras delle coop Salvatore Buzzi in un’ambientale del 16 maggio 2014 negli uffici di via Pomona – Le spiagge sono due lotti, 350 e 300, 300 a villa Maraini, 350 li pijamo noi. (..) Tassone è nostro, è solo nostro, non c’è maggioranza e opposizione, è mio”. Secondo il racconto del capitano Carletti l’ex presidente Pd del X Municipio avrebbe intascato una ”cifra non inferiore ai 30 mila euro per agevolare” le cooperative di Buzzi.
Il presidente della ’29 giugno’ dispensa mazzette per oliare la macchina amministrativa e arriva quasi a comprendere la ‘debolezza’ del dipendente di Roma capitale che integra il magro stipendio con le tangenti. ”Ostia se la semo presa, pijiano tutti i soldi da noi – dice al collaboratore Emilio Gammuto in un’ambientale all’interno della macchina che lo sta portando ad Ostia – ‘Tutti?’ ”Eh tutti – sottolinea il ras delle coop – Lo sai che c’è, io non è che lo giustifico ma il dipendente comunale tra una cosa e l’altra se c’arriva a 1500, se c’ha la possibilità di pijarli, li pijiano tutti”.
D’altronde la metafora della mucca, copyright Buzzi, è ormai celebre e torna a risuonare nell’aula bunker di Rebibbia. ”Se la mucca non mangia, non può essere munta”. ADNKRONOS