Migranti, ricatti e minacce UE ai Paesi membri: azioni legali su scarsi ricollocamenti

 

profughie

“La decisione di ricollocare è vincolante e gli Stati membri hanno un obbligo morale e legale a farlo. Per ora non abbiamo intrapreso alcun passo legale – i miei metodi di persuasione e incoraggiamento (RICATTI E MINACCE, ndr) sono stati politici – ma non significa che non ci saranno”. Così il commissario Ue Dimitris Avramopoulos in un’intervista all’ANSA si dice “deluso” per il basso ritmo di ricollocamenti e per la “mancanza di volontà politica”.

“Fino ad ora – precisa – sono state 1441 le persone ricollocate da Italia e Grecia. Di queste solo 565 dall’Italia. Ora che gli arrivi in Italia stanno di nuovo aumentando, il numero di ricollocamenti deve crescere se vogliamo evitare un deterioramento nel Paese”, così il commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos in un’intervista all’ANSA. “Gli Stati devono capire che se vogliono evitare movimenti secondari irregolari e fuori controllo, il ricollocamento è l’unica soluzione“, avverte.

“Schengen – prosegue in merito al rafforzamento dei controlli alle frontiere da parte di alcuni Paesi aderenti a quel trattato – non sta morendo. Al contrario, la Commissione Ue sta facendo di tutto per ripristinarla e tornare alla normalità, come indicato nella roadmap ‘Back to Schengen’. “Ma per andare avanti – avverte – servono passi intermedi. Ciò che vogliamo raggiungere non può accadere in una notte, per questo dobbiamo assicurare un processo graduale, anche se significa permettere controlli temporanei eccezionali alle frontiere interne”.

“Gestire la crisi dei profughi – osserva ancora il commissario Ue – non è un compito che spetta solo a Italia o Grecia. Per questo dobbiamo già ora rafforzare i ricollocamenti dall’Italia, ma è anche il motivo per il quale l’Italia deve estendere la sua politica sui rimpatri e le sue capacità di detenzione e accoglienza. Dobbiamo evitare che il sistema di asilo italiano vada sotto sforzo. Per questo la Commissione offre il suo sostegno finanziario e tecnico”

“L’idea del ministro Alfano” sugli hotspot in mare “è interessante e da esplorare – aggiunge – ma ci sono alcune questioni legali, tecniche e finanziarie che devono essere risolte prima, per sapere se è sostenibile e fattibile. Questo è esattamente ciò che gli esperti di Frontex stanno analizzando assieme agli esperti delle autorità italiane”. ANSAMED

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