“La verità va sempre detta, perseguita e ribadita”

 

“La verità, come insegnano non solo i Maestri di Israele, va sempre detta, perseguita e ribadita.” (Niram Ferretti)

brigata-ebraica

di: Rav. Giuseppe Laras

“Mi sono deciso a scrivere in relazione alla nomina di Fiamma Nirenstein: io sto dalla sua parte e mi rallegro che sia in pectore la nuova ambasciatrice dello Stato di Israele in Italia. Non è vero che i rabbini italiani e gli ebrei italiani siano contrari alla sua nomina: potrei elencare moltissime persone, che vivono giorno dopo giorno, assiduamente e attivamente l’ebraismo, che si sono compiaciute per questa scelta, sia tra la gente comune sia tra i «notabili». Vi saranno certo anche i contrari, pure autorevoli, ma non sono l’unica voce, né quella maggioritaria.

Fiamma è una donna intelligente e responsabile oltreché colta, attiva ed estrosa. E già questo fa bene sia all’ltalia sia all’ebraismo italiano, vista la cultura talvolta asfittica, da salotto buono o da palazzo, che ci contraddistingue da troppo tempo e con risultati mediocri. Fiamma conosce bene il Medio Oriente non solo perché ci ha vissuto, ma perché è allieva di uno dei migliori e più eminenti storici di quell’area, il grande Bernard Lewis, di cui culturalmente anche io umilmente mi considero scolaro. Fiamma meglio di molti altri saprebbe spiegare puntualmente le ragioni di Israele agli italiani, non solo restando sulla difensiva: e noi di questo abbiamo bisogno.

C’è chi ne fa una questione di «doppia fedeltà» – persino «tripla» -, all’Italia, all’ebraismo e a Israele, riaprendo incomprensioni e timori di ottocentesca memoria: ebrei o italiani? Oppure: ebrei o israeliani? Ci vorrebbero pagine per spiegare quanto peregrine e improprie siano queste domande, che chiudono gli occhi colpevolmente o per ignoranza al contributo costante che gli ebrei italiani, pur fedeli a loro stessi (e questo oggi riguarda anche Israele), hanno dato con amore e talvolta con eroismo a questo Paese da ventidue secoli. A chi ha paura di sentirsi rifare simili domande rispondo: 1) tanto tristemente ce le fanno lo stesso e da decenni in varie odiose versioni; 2) oggi i nostri connazionali, specie certi intellettuali o politici, se le pongono a noi, devono porle necessariamente a centinaia di migliaia di musulmani, indù e così via …

Il governo italiano non ha contrarietà nei confronti di questa nomina, come da smentite ufficiali. Lo Stato di Israele ha avanzato una nomina di valore per l’Italia con il nome di Fiamma Nirenstein.

Quello che certi giornali dovrebbero scrivere, invece, è ciò che indigna davvero gli ebrei italiani, ossia che certa sinistra contesti la Brigata ebraica il 25 Aprile, negando la storia e con questa il contributo ebraico alla Resistenza e alla sconfitta del nazifascismo. Vi è di più: si assiste a un doloroso e pernicioso capovolgimento della storia quando la bandiera della Brigata ebraica è vilipesa e invece sventolano, senza che nessuno si interroghi, bandiere palestinesi che, almeno in relazione alla storia della Seconda guerra mondiale, sono espressione di coloro che con Hitler erano alleati non solo per motivi contingenti ma ideologici.

Mi riferisco a un certo Muftì – e ad altri come lui – , la cui storia è tutt’altro che trascurabile, e all’odio antisemita nazista che per decenni, anche dopo, egli ha inoculato ovunque gli sia stato possibile nel mondo islamico. E le ricadute sono purtroppo ben tangibili oggi. La verità, come insegnano non solo i Maestri di Israele, va sempre detta, perseguita e ribadita.” di: Rav Giuseppe

Laras su Corriere della Sera, 27 aprile 2016