“E’ sempre tempo di Resistenza”: con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilanciato l’attualità della Festa della Liberazione, in un discorso a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli.”Sui monti la parola libera’ e’ stata scritta con il sangue, per questo e’ sempre tempo di Resistenza”, ha detto il Capo dello Stato dalla Valsesia, uno dei luoghi simbolo della lotta partigiana, “a noi spetta la continuazione del sentiero della concordia”. Mattarella ha citato quel “patto di cittadinanza che in questi anni ci ha consentito di crescere in coesione sociale” e che ora ci impegna per il futuro: infatti, ha osservato, “e’ tempo di resistenza perche’ la guerra e le violenze crudeli si manifestano ai confini d’Europa, nel Mediterraneo e in Medio Oriente”
Grazie a una reazione morale che coinvolse l’intera societa’ del Paese” la Restistenza era nel cuore degli italiani prima ancora che nel loro impegno”, ha spiegato Mattarella, rievocando le parole con cui Oscar Luigi Scalfaro nel 1994 si opponeva a “revisionismi di comodo”.
“La Resistenza e la Repubblica hanno generato un ordinamento costituzionale che ci ha consentito di sviluppare diritti, opportunita’ e responsabilita’ diffuse”, ha aggiunto Mattarella, “come quelle di rispondere a chi adesso minaccia la pace. Pace che e’ garantita della Costituzione (che il Governo sta cambiando) e che si basa sull’assunto che tutti gli uomini sono titolari di pari diritti”. Non a caso il presidente della Repubblica si chiede: “Come non sostenere la lotte per la liberta’ di popoli che cercano di liberarsi anzitutto del terrorismo? Voltare lo sguardo dall’altra parte sarebbe negare l’essenza stessa della nostra Costituzione”.
Intanto, però, il 25 aprile è di nuovo nel segno delle polemiche a Roma dove l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) sfila dal Colosseo a Porta San Paolo,simbolo della Resistenza, ma al corteo non si unisce la Brigata Ebraica e l’Associazione nazionale ex deportati nei campi di sterminio (Aned), che accusano l’Anpi di sfilare con centri sociali che manifestano posizioni antiisraeliane. (AGI)