Mentre alle nostre latitudini tiene banco la discussione su una maturità più o meno accessibile a tutti, nei territori sotto il controllo del Califfato islamico è in atto un’altro tipo di “riforma scolastica”.
Come riportato dal quotidiano francese Le Monde, uno degli obiettivi degli integralisti dello Stato islamico è quello di indottrinare intere generazioni di ragazzini al culto della sharia e delle ideologie anti-occidentali. Sotto la supervisione di imam e altre figure politico-religiose che considerano la jihad “dovere di ogni musulmano”, il Califfato sta gradualmente riscrivendo i programmi scolastici e i libri di testo destinati alle scuole in funzione della diffusione dell’ideologia del Califfo.
Questa impronta religiosa integralista parte dalla totale rieducazione ideologica della classe insegnante. In ogni città sotto il controllo dell’Isis è stato aperto in tempo zero un “ufficio dell’insegnamento” che ha proclamato senza mezzi termini l’immediata sospensione di tutti i docenti. Per poter tornare alla propria attività, il primo passo è costituito da un sincero “pentimento” oltre, ovviamente, alla fedeltà al nuovo regime. “Chiunque desideri lavorare nel settore dell’educazione dopo il pentimento – si legge nelle direttive del Califfato – dovrà registrarsi per frequentare corsi di sharia, dove sarà definita la qualificazione di ognuno”.
Nelle classi sono state definite alcune regole inderogabili quali la separazione tra maschi e femmine, il velo obbligatorio per le bambine a partire dai dieci anni e il divieto di studio delle materie non islamiche. Il programma di studio è stato adattato alle esigenze del Califfato: la Storia è completamente sparita dai libri di testo, con l’eccezione dei passaggi dedicati alla vita del Profeta e alla nascita dell’Islam. Geografia e scienze sociali sono state completamente censurate per lasciare spazio allo studio del Corano e della sharia. Le materie “profane” come inglese, scienze e matematica sono state riadattate per poter essere studiate con il “metodo profetico”. Il sole, probabilmente, tornerà a girare attorno alla terra…
L’obiettivo del Califfato non è però limitato alla cancellazione di ogni riferimento alla cultura occidentale e al nazionalismo arabo. Dietro a questa “riforma” si nascondono motivi molto più pratici: assicurarsi un continuo afflusso di combattenti indottrinati, pronti a combattere tra le fila del fondamentalismo sin dalla più tenera età. La scuola è lo strumento più efficace per assicurarsi l’indottrinemento di intere generazioni di giovani iracheni e siriani.
Parallelemante alle nuove nozioni teoriche, le scuole del Califfato hanno rivisto anche gli aspetti pratici: niente più laboratori e lavori manuali, nelle classi si allenano i nuovi cittadini-soldato all’uso della armi, al combattimento corpo a corpo e alla visione di filmati di decapitazioni se non addirittura alla partecipazione come aiutanti del boia.
Lo Stato islamico non si fa mancare neppure la consueta cerimonia di diploma, sotto forma di una parata pubblica in armi e uniformi. Invece di ricevere il diploma dalle mani del rettore, gli studenti vengono invece bastonati sotto gli occhi di tutti, per dimostrare di essere divenuti forti e disciplinati.