Ancora una volta l’uso «improprio» dei social network crea guai. Stavolta a fare il «passo falso» è stato un pensionato del direttivo Anpi di Rovigo, finito nel ciclone mediatico perché giudicato simpatizzante delle Brigate Rosse. Ma cosa è successo? Una settimana fa Deris Turri ha condiviso sulla sua pagina Facebook una foto con la frase «La rivoluzione è un fiore che non muore» con accanto il volto di Prospero Gallinari, il brigatista rosso condannato all’ergastolo pure per l’omicidio di Aldo Moro e morto nel gennaio del 2013 all’età di 62 anni. Titolo del post condiviso: «Ciao Prospero». La scelta di condividere questa frase è stata subito interpretata come un «omaggio» a un brigatista. E si è subito scanetato l’attacco sul social network a Turri.
Un comportamento che è stato preso di mira anche perché domani è la giornata della Liberazione del 25 aprile che per l’Anpi è senz’altro la ricorrenza più importante dell’anno. Non appena è stato attaccato, Turri ha scelto di dimettersi spontaneamente dall’incarico all’Anpi e le sue dimissioni sono state accettate dal direttivo provinciale polesano. […]
Red. Int. IL TEMPO