Ennesima celebrazione del 25 aprile. Peccato che il mito della liberazione dell’Italia da parte dei partigiani rossi, altro non sia che una delle tante leggende metropolitane mantenute vive dai camaleonti nipotini di Marx per ottenere consensi, plausi, voti e gloria. Se l’Italia è rimasta un paese libero, lo si deve in primis all’intervento degli alleati, in infima parte ai partigiani, ma soprattutto alle “circostanze fortuite” della storia. Se la spartizione del bottino di guerra di Yalta avesse deciso diversamente, anche l’Italia avrebbe subito la medesima infausta sorte dell’Europa dell’est.
I partigiani rossi, non è un mistero, avrebbero preferito che l’Italia cadesse sotto le grinfie dell’URSS. Dovettero accontentarsi dell’annessione dell’Istria e della Dalmazia da parte dei colleghi partigiani rossi titini. Per fortuna, il fato, o più probabilmente la mano di Dio, decise altrimenti. Circa l’operato dei “liberatori”a guerra finita, basti leggere i libri di Gianpaolo Pansa per avere una pallida idea di quali efferatezze furono capaci. Non solo ammazzarono per odio o vendetta, centinaia di colleghi di brigata “bianchi” o non filo sovietici, ma anche migliaia di inermi civili e sacerdoti.
Se non si vuole subire all’infinito i revisionismi storici imposti dai nostalgici dell’Unione Sovietica, si abolisca una volta per tutte l’inutile farsa del 25 aprile.
Gianni Toffali – Verona