E’ stato fissato a domani il processo in appello per Mohamed Cheikh Ould Mkheitir, di 31 anni, blogger e condannato alla pena di morte in Mauritania per apostasia.
La vicenda risale al 2014 – scrive il Giornale – quando Mohamed era stato condannato alla pena capitale dalla Corte di Nouadhibou. Una scelta che aveva sconcertato il Paese, non solo per la spietatezza del verdetto ma anche per il motivo. La colpa del ragazzo è stata infatti quella di aver scritto in rete che la società del suo Paese perpetua ”un ordine sociale iniquo ereditato dai tempi del Profeta”.
La Corte, come spiega il settimanale Jeune Afrique, ha valutato lo scritto colpevole di blasfemia e si è appellata all’articolo 306 del codice penale mauritano che recita: ” chiunque sia colpevole di apostasia sarà, a meno che non si penta prima, punito con la morte”.
Ould Mkheitir, al primo processo si era scusato e aveva dichiarato che non aveva intenzione di offendere Maometto ma di riferirsi al problema della ”casta degli inferiori” in Mauritania. Quindi si è pentito, ma nonostante questo, e anche in controtendenza a ciò che recita il Corano, per il giovane mauritano è arrivata lo stesso la sentenza di morte.