Milano: detenuto marocchino appicca il fuoco a San Vittore, sfiorata la tragedia

 

fuoco-incendioNel carcere San Vittore di Milano, un detenuto 20enne marocchino ha appiccato il fuoco in una cella del reparto penale dedicato ai ragazzi dai 19 ai 25 anni. La polizia penitenziaria è intervenuta mettendo in salvo sia l’autore dell’incendio, conosciuto nella struttura carceraria per episodi di autolesionismo che, spiegano dal carcere, utilizza come gesti di protesta contro la sua carcerazione, sia il giovane con cui condivide la cella, oltre che altri 40 detenuti.

“Si è sfiorata la tragedia. Siamo abituati a gesti eroici degli agenti, non sempre però riusciamo ad evitare il peggio. Ieri sera ci siamo riusciti, ma è tempo di riflettere sulla condizione di emergenza in cui la polizia penitenziaria è costretta a lavorare ogni giorno”, dichiara a LaPresse Alfonso Greco, segretario regionale del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

La sconsiderata protesta del detenuto ha messo a repentaglio la vita degli altri carcerati e anche della polizia penitenziaria. Le fiamme hanno bruciato ciò quanto era all’interno della cella, e il fumo era ovunque”, spiega Nicolino La Bella, vice segretario regionale del Sappe. “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Poteva essere una tragedia”, aggiunge in una nota La Bella, sottolineando come l’incendio sventato nel carcere di Milano San Vittore “è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici”.

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, in una nota rivolge “solidarietà e vicinanza al personale di polizia penitenziaria di San Vittore, che ha risolto in maniera professionale ed impeccabile il grave evento critico” e giudica la condotta del detenuto che ha provocato l’incendio “irresponsabile e gravissima”.

Secondo i dati del sindacato nel 2015 nelle carceri italiane si contano 7.029 atti di autolesionismo, 956 tentati suicidi sventati in tempo dagli agenti della penitenziaria, 4.688 colluttazioni, 921 ferimenti. Solo in Lombardia, riferisce il Sappe, si contano 754 atti di autolesionismo, 81 tentati suicidi, 4 morti per suicidio e 8 per cause naturali, 562 colluttazione e 118 ferimenti. “A Cremona si conta il più alto numero di atti di autolesionismo – spiega Capece – con 145 i detenuti che si sono lesionati il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo stesso. E sempre a Cremona si sono verificati più tentati suicidi”. (LaPresse)

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