Le porte di Aqaba all’Arabia.
L’Egitto ha ceduto all’Arabia saudita due isole contese nel Mar Rosso all’imbocco del Golfo di Aqaba. La cessione di Tiran e Sanafir, situate pochi chilometri a est della penisola del Sinai, sta avendo risalto sui media egiziani e critiche sui social media dopo un annuncio fatto ieri dalla presidenza su un “accordo di delimitazione delle frontiere marittime” con l’Arabia saudita.
L’Arabia Saudita, da parte sua, ha fornito garanzie a Israele in merito alla libertà di transito attraverso lo Stretto di Tiran, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, nel corso di una conferenza stampa.
I due paesi hanno rassicurato Israele che verrà garantita la libera navigazione delle navi da e per il porto israeliano di Eliat. Un documento inviato al governo israeliano sancisce l’impegno dell’Arabia Saudita ad attenersi alle condizioni fissate dal Cairo e Israele nel loro accordo di pace del 1979, che segnò il ritorno delle due isole all’Egitto dopo una breve occupazione israeliana.
Ricordiamo che Ben Gurion, fondatore di Israele e primo a ricoprire l’incarico di Primo ministro, disse che la sopravvivenza del Paese era legata allo sbocco nel mar Rosso, unico accesso navale per il porto di Eilat verso l’Oceano Indiano.
Lo Stretto di Tiran e il Golfo di Aqaba sono corsi d’acqua internazionali aperti alla libera navigazione. Chiunque controlli le due isole di Sanafir e Tiran, abitate soltanto da un distaccamento della Forza multinazionale di pace (ONU) e da un avamposto militare egiziano, è in grado di controllare il movimento delle navi attraverso gli stretti.
L’accordo Egitto-Arabia-Israele potrebbe anche essere letto, e non è un’ipotesi fantasiosa, in chiave anti-iraniana.