Di oggi la notizia che il noto disegnatore satirico Vauro Senesi ha segnalato alle autorità di Polizia il pittore, scrittore e giornalista (collabora con Imolaoggi) Stefano Davidson in seguito ad un commento molto colorito che quest’ultimo ha rivolto alla “vignetta” sulla morte di Gianroberto Casaleggio.
La cosa che ci si chiede è che faccia avranno fatto in Questura quando il Signor Senesi ha appunto segnalato che il Sig. Davidson gli ha promesso di sputargli in faccia la prima volta che lo incontrerà per Roma in groppa al suo sidecar. A prescindere che mi pare che colpire una persona in moto con uno sputo sia cosa quasi impossibile, figuriamoci specificare anche dove?
Ad ogni buon conto è molto triste vedere che a fronte di migliaia di commenti e di insulti al suo “gesto artistico” Vauro invece di motivare i perché delle sue scelte editoriali dissennate sceglie la denuncia come soluzione. È incredibile come il lavoro della magistratura nel caso possa servire (se colpisce qualcuno che non la pensa come quelli di quella parte di PD) mentre se il denunciato è uno di loro ecco che le toghe sono brutte e cattive.
Dal comportamento del vignettista Vauro si evince comunque quale sia la sua suscettibilità che pare essere inversamente proporzionale rispetto a quella di chi lui di volta in volta infama o insulta con “disegnini” che hanno poco a che vedere sia con la satira (quella vera), che con l’arte.
Ecco il post incriminato e relativa risposta e controreplica:
Stefano Davidson: – Vauro, te lo dico da “artista”, la prima volta che ti incontro per Roma col tuo sidecar da imbecille ti sputo in faccia.
La tua non è mai satira, è violenza pura da frustrato che non ha nemmeno bisogno dei fili per essere manovrato tanto è costantemente in malafede. Auguro a tuo figlio di vedere una “vignetta” simile alla tua ma che riguardi solo te e molto presto.
E comunque, come del resto di ogni cosa, anche di Casaleggio, Grillo e del M5S non hai capito un cazzo. ma non è colpa tua vivi nella merda di partito da talmente tanto che non sei nemmeno in grado di distinguerla dal tuo cervello. Se tu avessi un millesimo delle capacità di Mannelli (non solo grafiche) non saresti dovuto sempre scendere costantemente così in nella speranza che qualcuno ti notasse. Con tutto il mio disprezzo. Stefano Davidson
Vauro S: – Egregio signor Stefano Davidson di fronte alle sue minacce e constatando che a quanto pare conosce le mie abitudini ,pur non dovendole niente , la informo che la ho segnalata alla polizia allegando copia del suo post e del suo profilo FB. Distinti saluti. Vauro Senesi
SD: – Una domanda? Si devono preoccupare anche tutti gli altri commentatori sgarbati o la cosa è riservata a me in esclusiva per qualche motivo? (sempre che non sia per il numero considerevole di persone che anche sotto il mio commento alla sua “vignetta” ribadiscono in un modo o nell’altro lo stesso mio sentimento di profondo disgusto). Saluti semplici. Stefano Davidson
Forse, potrebbe essere però che il Sig. Vauro sappia usare una penna per disegnare ma si concentri poco sul significato di quanto legge quando legge e forse per quell’augurio nel post ha pensato a minacce più serie di uno sputacchio?
Speriamo di no perché Davidson aveva specificato poco prima in un commento che essendo rappresentato nella vignetta il burattino di Grillo con i fili tagliati. nell’augurio intendeva semplicemente ed evidentemente che non appena ci saranno libere elezioni in caso di vittoria del M5S saranno i fili di Vauro ad essere tagliati. Che poi Vauro, incapace di qualunque altro mestiere salvo che fare i disegnini come faceva a scuola, sia per questo destinato a morire, secondo Davidson rimane solo un pensiero del Sig. Senesi.
Il paradosso comunque lo raggiunge la memoria di Vauro, che dimentica per esempio quando parlava appunto di satira in merito alle vignette su Maometto:
“io ogni giorno che passa penso che quelle vignette siano una tragica rappresentazione del cattivo gusto: quel Maometto brutto, barbuto, con la satira non c’entra niente. La satira è gioco, allegria...”
Purtroppo, così come il suo Capo Supremo Renzi, anche il vignettista di corte ha una bilancia con due pesi e due misure su tutto. La cosa che schifa maggiormente è però che tali pesi li usi anche per quanto riguarda l’etica professionale e il civile rispetto della morte di un avversario politico.
Ho l’impressione che se si dovesse identificare il comportamento di Vauro in ogni sua sfaccettatura (dalla pubblicazione della vignetta alle minacce di denuncia) attraverso per esempio il titolo di un film citerei immediatamente a Bernardo Bertolucci e al suo “La tragedia di un uomo ridicolo”