Dl banche: con la fiducia al Senato riesumato l’anatocismo bancario

 

(Adusbef) Dl banche: con la fiducia al Senato, riesumato l’anatocismo bancario, la cui soppressione era costata 25 anni di battaglie giudiziarie, che saremo costretti a riprendere da domani.

anatocismo

Il Governo dei banchieri, con la fiducia al Dl banche richiesta al Senato, oltre ad offrire la garanzia statale sulla bad bank, un colpo di spugna sull’allegra gestione del credito e del risparmio erogato dai banchieri ad amici e compari (basta vedere le classi dei crediti in sofferenza in massima parte sui grandi prestiti), ripristina l’odiosa pratica dell’anatocismo annuale, sconfitto da 25 anni di battaglie giudiziarie intentate da Adusbef, fino in Cassazione e Corte Costituzionale. Con l’aggravante, denunciato da gran parte delle associazioni dei consumatori, di una fuorviante propaganda, che tende a far credere alla pubblica opinione che l’anatocismo, ossia la fiorente attività di ricapitalizzazione degli interessi scaduti, sia stato abrogato.

Il sistema bancario, nonostante la legge di Stabilità del 2013 (emendamento On.Francesco Boccia, del Partito Democratico), avesse accolto le pronunce di un quarto di secolo di giurisprudenza, vietando definitivamente dall’ordinamento la fiorente attività di capitalizzazione degli interessi su prestiti e fidi sia trimestrale che annuale, a partire dal 1 gennaio 2014, ha continuato imperterrito a violare il divieto di anatocismo, addebitando alla propria clientela circa 4,5 miliardi di euro negli ultimi 24 mesi, aggravando il costo del credito ed i tassi di interesse su prestiti e fidi tra i più elevati d’Europa, come risulta dai dati pubblicati (http://www.bancaditalia.it/media/comunicati/documenti/2016-01/cs-tegm-04-06-2016.pdf), emanati dal Mef sui tassi di interesse effettivi globali medi ai sensi della legge sull’usura n. 108 del 1996 in vigore per il periodo 1° aprile – 30 giugno 2016.

Secondo tali tabelle, le banche che non remunerano più i depositi continuando a far pagare costi di gestione dei conti correnti privi di convenzione, con spese annue medie di 318 euro, contro una media Ue di 114 euro, hanno piena facoltà di saccheggio su famiglie ed imprese, praticando tassi di interessi globali medi, per le aperture di credito fino a 5.000 euro (11,53%); 9,41% oltre i 5.000 euro; gli scoperti senza affidamento fino a 1.500 euro il 16,09% (tassi soglia 24,0900); 14,78% oltre 1.500 euro (Tassi soglia il 22,4750%); Anticipi e sconti il 9,80% fino a 5.000 euro (tassi soglia 16,2500%); il 7,64% da 5.000 a 100.000 (13,5500% tassi soglia); il 4,66 % oltre 100.000 euro (tassi soglia 9,8250%).

Per prestiti e crediti personali intera distribuzione, le banche esigono i tassi del 10,65% (tassi soglia il 17,3125%); per altri finanziamenti alle famiglie e alle imprese (intera distribuzione) chiedono il 10,30% con tassi soglia del 16,8750%), mentre per i crediti erogati privi di sofferenza perché ultra garantiti, come i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio e della pensione, pretendono il 12,16% per finanziamenti fino a 5.000 euro (tasso soglia il 19,2000%); il 10,79% oltre i 5.000 euro, con il tasso soglia che potrebbe arrivare al 17,48755%, senza incappare nel reato di usura.

Interesse esigibile significa interesse scaduto e, dunque, la banca potrà richiedere il pagamento di detti interessi maturati l’anno precedente ogni 1°marzo dell’anno successivo: il correntista potrà pagarli o decidere di farli addebitare sul conto, autorizzando ex ante o ex post alla loro maturazione, l’anatocismo annuale. La norma consente che il correntista, parte contrattuale debolissima debba autorizzare preventivamente (quindi, prima della scadenza, cioè ex ante, e non successivamente alla scadenza, ex post, come previsto dall’art. 1283 c.c.) l’addebito degli interessi sul conto al momento in cui questi divengono esigibili, trasformando detti interessi in sorte capitale, produttiva, a sua volta di ulteriori interessi. Tale possibilità concessa al correntista cela dunque una sorta di “ricatto”: l’obbligo di liquidazione degli interessi passivi entro 60 giorni se non rispettato dal correntista si tramuta sostanzialmente in una legittimazione ed automatizzazione dell’anatocismo annuale. L’’anatocismo bancario rientra, prepotentemente, nel nostro ordinamento, in totale spregio con tutta la Giurisprudenza, anche quella delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Ma non è tutto: a detti interessi scaduti, possono poi aggiungersi gli interessi di mora, notoriamente maggiori di quelli corrispettivi: il correntista viene letteralmente saccheggiato !

Adusbef e Federconsumatori, che avevano proposto invano di sterilizzare gli interessi scaduti in un conto collegato al rapporto principale, per evitare che fossero ricapitalizzati dal 1 marzo successivo alla chiusura del 31 dicembre di ogni anno, incredule da una propaganda amplificata dai mass media, secondo la quale l’anatocismo bancario sarebbe stato abrogato e che al contrario, è stato riesumato, di fronte a mistificazioni ed esternazioni degli esecutori materiali di norme, che sembrano scritte sotto diretta dettatura di Bankitalia e dei banchieri che cancellano diritti acquisiti da un quarto di secolo di lotte giudiziarie, saranno costrette da domani, ad impugnare nelle competenti sedi giudiziarie una legge truffaldina dei diritti e della legalità.

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