E’ bastata una telefonata. Innocente in sé, proprio come il volto dell’ipocrisia. Ed è venuto fuori, scusatemi il termine, ma “quanno ce vo ce vo” un gran bel merdaio.
La ministra, una delle “ragazze coccodè” di Renzi, simbolo del “nuovo”, della “rottura con i vecchi sistemi”, telefona al “fidanzato” lo informa che: “quell’emendamento è cosa fatta”.
L’emendamento è di vitale importanza per la TOTAL una delle “sette sorelle del petrolio”. Il fidanzato della ministra “segue la pratica”.
Si chiama Gemelli: che c’entra con la TOTAL? Ne è forse un funzionario? No. Gemelli è un “industriale” e nemmeno di quei luoghi, è un “sicindustriale”, uno degli esponenti di Confindustria Sicilia, addirittura in predicato per diventarne il presidente, al posto di Montante, che è indagato per mafia, di cui egli è il delfino.
Sicindustria, l’antimafia per eccellenza, quella dei concessionari di discariche di “monnezza”, di acque “teoricamente” pubbliche, di gestioni di reti fognarie, di corsi di formazione. Che ha pure fatto piazza pulita della concorrenza di quelli senza il bollino dell’antimafia super.
Con il ministro Alfano che ne è il braccio secolare, che, magari, scioglie per mafiosità le amministrazioni comunali che minacciano di realizzare la raccolta differenziata che metterebbe in crisi le discariche. Alfano che ha le mani in pasta con i “centri di accoglienza”, con le società di mediazione. Che ha funzionari a lui così affezionati che applicano il provvedimento di polizia “dell’avviso orale” agli editori di giornali online che pubblicano la notizia di un emendamento, questa volta alla legge regionale di stabilità, richiesto da una impresa locale. Emendamento sostenuto e votato all’A.R.S. dai deputati alfaniani.
Alfano, dicevamo, è di Agrigento. E’ in costruzione una strada, la Caltanissetta Agrigento. Appaltatrice la Cooperativa Muratori e Cementieri di Ravenna, una delle più grandi imprese appaltatrici di pubblici lavori, feudo del P.C., ora, magari. del P.D.
Sono lavori che la C.M.C. si è aggiudicata con il 38% del ribasso d’asta. Ma che tra frane, varianti in corso d’opera, modifiche varie, vede lievitare tempi e prezzi.
Chi ci lavora? Il fratello, neo ingegnere, della ministra Boschi. Che c’entra Alfano? Nulla, per carità!
Di quei lavori avrà inteso si e no parlare quando va a riposarsi in una villa nelle campagne agrigentine.
Tutte cose lecite. Come il volto dell’ipocrisia. La corruzione è cosa d’altri tempi. Adesso c’è un’autorità che l’ha abolita.
Le ministre possono fidanzarsi e convivere con chi vogliono e qualunque cittadino può informarsi di come vada a finire un emendamento ad una legge, anche se non va a letto con il Ministro, o, magari, con il Presidente della Regione. Certo, dove fioriscono tante belle fanciulle versate alla politica è più facile che capiti che ci si tenga informati, così, tra quattro chiacchiere tra amici, sulle cose dello Stato, dell’economia, delle banche, delle leggi e degli affari.
Ciò capita, ad esempio, in Etruria. Ma c’è un’Etruria dovunque.
Del resto è noto, che non si sa con certezza da dove siano venuti gli Etruschi, dove siano arrivati si sa: ad esempio per quel che riguarda la Sicilia, ad Agrigento, ad Augusta. E di lì poi, magari, in Lucania.
“Lucus a non lucendo” dicevano certi pretesi filologi di altri tempi. Lucania viene da Lucus, dove c’è effettivamente poca luce, su molte cose che, così non si vedono ma se ne capisce quanto basta.
Mauro Mellini, 4 aprile 2016