Inchiesta petrolio: le pressioni delle ambasciate estere e il ruolo del Pd

 

Inchiesta petrolio: Gasparri, ritratto di famiglia di rottamatori falliti

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“La vicenda petrolifera non riguarda soltanto la Guidi. Non si può confondere la comprensibile difesa dello sviluppo economico e delle attività estrattive con l’azione del governo, tutt’altro che trasparente. La Guidi ha commesso degli evidenti errori dei quali si è assunta la responsabilità con le dimissioni. Ma la questione va ricostruita nella sua interezza.

Alla Camera, nel decreto Sblocca Italia, l’emendamento in questione fu presentato a firma del sottosegretario Vicari, che aveva partecipato insieme alla Guidi a incontri con i rappresentanti della Total. Vogliamo chiarezza su questo punto e sui rapporti con le Ambasciate estere, e quella inglese in particolare, per capire la portata delle pressioni che sono state esercitate e il livello di coinvolgimento del governo.

Quando la questione fu riproposta al Senato nel dicembre 2014 con l’emendamento sostenuto dalla Guidi e avallato dal ministro Boschi, il governo fece ancora di peggio. Infatti l’emendamento fu modificato con un sub emendamento presentato dal relatore Santini che ha marginalizzato il ruolo del ministero dell’Ambiente che doveva decidere insieme allo Sviluppo economico l’autorizzazione degli impianti richiesti dalla Total. Il ministero dell’Ambiente, proprio per l’azione congiunta del relatore e del governo, fu quindi relegato a un ruolo marginale: invece di esprimersi di ‘concerto’ con lo Sviluppo economico, fu solo ‘sentito’. Ciò facendo furono anche attenuate le procedure di verifica ambientale indispensabili soprattutto per la già provata città di Trapani.

pittellaIn questa vicenda c’è poi il ruolo degli amministratori locali del Pd, sindaci ed esponenti della Regione, che avrebbero partecipato alla scelta delle persone da assumere, trasformando un’occasione di sviluppo per tutti in un privilegio esclusivo per i protetti del Pd. C’è il ruolo dell’Eni e dei possibili disastri ambientali che sono stati causati, e infine la vicenda che purtroppo investe il vertice della Marina militare che va chiarita, sia per le eventuali responsabilità, sia per i legami politici e familistici anche in questo caso tra esponenti del mondo militare e del governo.

C’è insomma un ritratto di famiglia – è il caso di usare questo termine – che investe il Pd che chiameremo a rispondere delle sue responsabilità. Del resto, la sfiducia non riguarda solo un ministro ma tutto un esecutivo che, dal petrolio alle banche, ha perso la sua verginità, la sua aria da rottamatore e innovatore. Questi giovanotti toscani e il loro seguito sono antichi e consunti come quella vecchia politica che volevano rinnovare e cambiare. Hanno fallito. Se ne vadano”.

Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (FI).

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