Colpi d’arma da fuoco e tentativi di intimidazione hanno accolto ieri a Tripoli il premier libico designato Fayez al Sarraj arrivato via mare nella capitale con altri membri di unità nazionale. Le arterie principali della capitale libica sono state bloccate da membri di gruppi armati a bordo di mezzi militari, muniti di kalashnikov.
I residenti, intimoriti, si sono ritirati in casa e numerose attività commerciali hanno chiuso i battenti. In serata, un gruppo armato ha fatto irruzione con la forza nella sede di al Nabaa, un’emittente satellitare libica vicina alle autorità islamiche che controllano Tripoli, sospendendo le trasmissioni e cacciando i dipendenti. Secondo un giornalista di al Nabaa, gli uomini che hanno occupato la sede dell’emittente “sembravano favorevoli al governo di Sarraj”.
Due compagnie aeree libiche, Afriquiyah Airlines e Lybian Airlines, hanno annunciato su Facebook la cancellazione dei loro voli sulla capitale “per problemi di sicurezza”. Il capo del governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, Khalifa el Ghwell, ha denunciato come illegale il governo di Sarraj, che è sostenuto dalle Nazioni Unite. “Coloro che sono entrati illegalmente e clandestinamente devono ritirarsi o tornare indietro sui loro passi” se non vogliono “assumersi le conseguenze legali delle loro azioni”, ha minacciato in un discorso televisivo.
Da parte sua, il vice presidente del Congresso generale nazionale, Awad Abdelsadeq, ha affermato che Sarraj e i suoi ministri “sono entrati illegalmente” in Libia “con l’aiuto dei soldati e di qualche traditore”. Sarraj, accolto ieri da alti gradi della marina locale, al suo arrivo a Tripoli si è impegnato a fare della “riconciliazione” e della “soluzione alla crisi economica e della sicurezza” una sua priorità. Il premier designato ha quindi lanciato un appello a “unire gli sforzi dei libici per contrastare l’Isis”.