Roma – Case popolari assegnate a chi le occupa, alla faccia delle decine di migliaia che da lustri attendono invano il proprio turno in graduatoria.
Il colpo di genio è della giunta della Regione Lazio presieduta da Nicola Zingaretti, e ha la forma di una delibera «per l’attuazione dei programmi di edilizia residenziale pubblica» proposta dall’assessore alle Politiche abitative Fabio Refrigeri e approvata il 15 marzo. Il provvedimento prevede di assegnare 1.216 alloggi popolari – investendo 197 milioni di euro per sistemare gli immobili esistenti e acquistarne di nuovi – a tre categorie. Tra queste, solo un terzo ha come destinatari i «nuclei familiari inseriti nella graduatoria per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica di Roma Capitale sulla base dei bandi generali anno 2000 e 2012 ed ancora in attesa di assegnazione».
Un altro terzo dei «nuovi» alloggi andrà invece alle famiglie che, al 31 dicembre 2013, erano ospiti dei «residence» del Campidoglio (i Centri di assistenza alloggiativa temporanea). L’ultima tranche, sorpresa, è riservata agli «okkupanti», ossia a chi abitava in una lista di 79 «immobili pubblici o privati impropriamente adibiti ad abitazione al 31 dicembre 2013».
L’inclusione appare un «inchino» al network romano dei movimenti di lotta per la casa, attivissimi nelle occupazioni abusive, che a Roma sono ben organizzati e radicati e soprattutto sono politicamente vicini a Sel, partito che appoggia la giunta Zingaretti. Del movimento, e questo in Regione avrebbero dovuto saperlo, si è occupata anche la magistratura. Che a novembre scorso ha rinviato a giudizio 22 «attivisti» del Comitato popolare di lotta per la casa – per coincidenza il processo è iniziato il giorno dopo l’approvazione della delibera – con accuse gravissime, dall’associazione per delinquere all’estorsione, dalla violenza privata alle minacce. Secondo la procura, il comitato «sfruttava» i bisognosi, «li costringeva a occupare gli edifici, per poi estorcergli denaro e prestazioni lavorative gratis, sotto minacce e violenze», non disdegnando di utilizzare «legami con esponenti delle istituzioni per acuire la forza delle intimidazioni».
Che i legami tra i movimenti di lotta per la casa e la maggioranza che sostiene Zingaretti abbiano avuto un peso pure nella strana delibera di giunta lo pensano in molti. Tanto che a esultare – pur lamentandosi delle misure «insufficienti» – sono proprio i movimenti. I sindacati, invece, invitano a ricordare che «chi occupa illegittimamente» non è «avente diritto», e le associazioni di inquilini parlano di «schiaffo alla legalità». Eppure il presidente Pd e commissario romano del partito, Matteo Orfini, batte le mani e ringrazia Zingaretti e l’assessore.
Massimo Malpica – – il Giornale