Un alibi basato sui tabulati telefonici: sarebbe questa la novita’ che ha permesso a Faysal Cheffou, il trentenne giornalista free lance sospettato di essere “l’uomo col cappello” della strage all’aeroporto di Zaventem, di essere rilasciato dopo 24 ore dai magistrati belgi. Lo ha rivelato il suo avvocato, Olivier Martins. Cheffou, ha spiegato il legale all’emittente Rtbf, “ha fornito un alibi a livello di telefonia, affermando che era a casa sua al momento degli attentati” e “ha ricevuto delle chiamate”.
Dall’esame del traffico telefonico e del cellulare di Cheffou sarebbero arrivati elementi “a sua discolpa”, anche se il giornalista free lance resta indagato per terrorismo. L’avvocato, peraltro, ha affermato che il suo assistito si è dichiarato innocente e ha respinto tutte le accuse. “E’ contro l’Isis e non ha alcun collegamento con i terroristi coinvolti nell’attentato”, ha assicurato Martins.
La scarcerazione del sospetto e’ stata criticata dai media e dallo stesso sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, il quale ha ricordato che “questo personaggio e’ venuto ad agitare i rifugiati e ha aggredito rappresentanti dell’Ong Medecins du Monde” e per questo ne aveva gia’ chiesto in passato l’arresto. agi