Bruxelles – “Sono stato avvicinato in una moschea, mi hanno mostrato video dei massacri delle truppe di Assad e poi di combattenti dell’Isis, e mi hanno detto che avrei potuto diventare un martire come loro e guadagnarmi il regno dei cieli”. E’ la testimonianza, raccolta da Europe 1, di un 15enne, salvato dalla madre quando aveva ormai deciso di unirsi allo Stato islamico in Siria.
Dal racconto del ragazzino si intuiscono le strategie dei reclutatori che operano nei quartieri dai quartieri di Bruxelles popolati da persone di religione musulmana. “Ero confuso e stavo attraversando un periodo infelice – comincia la narrazione – a causa del divorzio dei miei genitori. Un uomo mi ha avvicinato in una moschea. Si e’ comportato come un amico, mi ha dato conforto”. Dopo qualche giorno “mi ha mostrato video dei massacri dell’esercito siriano dicendomi che questa e’ una cattiva politica, che va combattuta e annientata”, ha spiegato il 15 enne.
Dopo una settimana e’ arrivata la proposta di unirsi alla jihad. “Mi ha mostrato alcuni video con i volti dei martiri”, combattenti morti nel nome della jihad. “E mi ha detto che se avessi voluto, avrei potuto diventare come loro, e guadagnarmi il regno dei cieli. E che lui avrebbe potuto aiutarmi”, ha raccontato l’adolescente. “A quel punto – ha aggiunto – ho cominciato a pensare che avrei potuto farlo e avevo deciso di partire per la Siria”. Il giovane fortunatamente non e’ caduto nel tranello. La mamma lo ha sorpreso in casa mentre guardava uno dei video che gli era stato consegnato dal reclutatore, dopo lunghe discussioni e’ riuscita a convincere suo figlio a lasciar perdere. (AGI)