Terzo settore, il governo s’inventa la “Fondazione Italia Sociale”

 

In Commissione si punta ad inserire nel testo del ddl delega, in extremis, l’istituzione di una fondazione che dovrà supportare iniziative di produzione di beni e servizi con elevato impatto sociale e occupazionale. Userà soprattutto fondi privati, ma intanto parte con un milione di fondi pubblici

ROMA – Dentro la riforma del terzo settore spunta anche la Fondazione Italia Sociale, un nuovo organismo voluto dal governo che si propone di fare da volano – finanziandole – a iniziative di produzione di beni e servizi che abbiano un elevato impatto sociale e occupazionale. Il tutto senza scopo di lucro. L’hanno chiamata “Iri del sociale”, riprendendo il paragone con il ruolo che l’Iri ebbe negli anni 50 e 60 del secolo scorso durante il boom economico. La Fondazione, promuovendo la cultura del dono e acquisendo risorse finanziarie soprattutto dai privati, sarà chiamata quindi a sostenere progetti e iniziative che dovranno avere un ritorno sociale evidente.

L’istituzione della Fondazione Italia Sociale è prevista da un emendamento del governo al ddl delega sul terzo settore, attualmente in discussione in Commissione Affari Costituzionali al Senato. Tecnicamente aggiunge al testo un nuovo articolo, il 9-bis, che prevede l’istituzione della Fondazione “con lo scopo di sostenere, mediante l’apporto di risorse finanziarie e di competenze gestionali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi che, senza scopo di lucro, siano idonei a conseguire con un elevato impatto sociale e occupazionale”.

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La sede sarà a Milano, perché – ha spiegato il sottosegretario al ministero del Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba, il capoluogo lombardo è stato ritenuto più adeguato sotto il profilo della capacità di catalizzare le risorse private derivanti da erogazioni liberali, per la presenza di un mondo economico-finanziario più strutturato. La Fondazione sarà soggetta alle disposizioni del codice civile, delle leggi speciali e dello statuto, senza obbligo di conservazione del patrimonio o di remunerazione degli investitori.

Sarà un decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio (sentiti i ministeri del Lavoro e dell’Economia), ad approvare lo Statuto della Fondazione. Nello Statuto saranno indicati “strumenti e modalità che consentano alla Fondazione di finanziare le proprie attività attraverso la mobilitazione di risorse finanziarie pubbliche e private, anche mediante il ricorso a iniziative donative per fini sociali e campagne di crowdfunding, nel rispetto del principio di prevalenza dell’impiego di risorse provenienti da soggetti privati”. Sono previsti quindi fondi pubblici, ma donazioni e campagne di raccolta fondi sono le modalità che vengono immaginate come le più importanti per raccogliere fondi da impiegare poi per il supporto a progetti di innovazione del terzo settore. La dotazione finanziaria iniziale – e sono soldi che arrivano dal fondo previsto nella legge di stabilità 2015 proprio per la riforma del terzo settore – sarà di un milione di euro per l’anno 2016.

E’ stato fissato a martedì prossimo, in Commissione, il termine per la presentazione degli emendamenti. Dopo di che, il testo sarà votato insieme agli emendamenti sugli altri articoli mancanti. L’obiettivo è arrivare in Aula con il ddl delega di riforma del terzo settore per mercoledì 16 o giovedì 17 marzo.

Fonte: Redattore Sociale