Città del Vaticano, 18 mar. – “L’urgenza di superare un’informazione allarmistica e ideologica per riconoscere cause, responsabilità e dimensioni di un fenomeno che, insieme a enormi problematiche, porta con sé un contributo di ricchezza per tutto il Paese e, quindi, un reciproco vantaggio”: il Consiglio episcopale permanente, riunito da lunedì a mercoledì a Genova, “ha affrontato in questi termini le questioni legate all’immigrazione, soffermandosi in particolare sulla verifica dell’accoglienza nelle diocesi italiane dei richiedenti asilo e dei rifugiati”.
I vescovi, si legge nella nota finale, “si sono lasciati interrogare dalle situazioni di instabilità del Medio Oriente e, più ancora, del Nord Africa, facendosi solidali con quanti chiedono protezione internazionale; hanno condiviso la preoccupazione per gli esiti di gestione dei flussi migratori, che segnalano una vera e propria selezione – e, quindi, un’esclusione – di nazionalità; hanno sottolineato la necessità di procedure celeri ed efficaci nell’identificazione e nel ricollocamento in Europa, come anche nella messa a punto di un serio programma di inserimento abitativo e lavorativo.
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In particolare, è emersa la condizione dei minori non accompagnati – per i quali ancora si stenta ad avviare percorsi di affidamento in strutture familiari – e quella di quanti si sono visti negare il permesso di soggiorno umanitario: sono persone senza prospettive, che rischiano di cadere in situazione di irregolarità, andando a esporsi a condizioni di insicurezza, irreperibilità e sfruttamento”. Partendo dalle “accoglienza attive – che nelle strutture ecclesiali coinvolgono oltre ventimila persone e che, quindi, costituiscono un quinto dell’intero sistema di accoglienza in Italia – i Vescovi”, si legge nella nota, “hanno rimarcato la necessità di giungere a un sistema unico e diffuso, che risponda a standard e procedure comuni e sia sottoposto a verifiche puntuali rispetto ai servizi da erogare e alla trasparenza nella gestione dei fondi.
Di qui anche la richiesta, per l’accoglienza dei rifugiati, di poter attivare un accreditamento da parte di enti e strutture del privato sociale e del no profit“. (askanews)
Il MULTICULTURALISMO è palesemente fallito in tutta Europa, e i recenti fatti, dalla Francia al Belgio, alla Germania, alla Svezia, alla Danimarca, alla Norvegia, e così via, lo dimostrano ampiamente. La irresponsabilità politica di questo Papa è clamorosa. Non mi si venga a dire che lui non lo sa. Allora con le sue politiche di Buonismo “talare” si rende complice delle evidente politiche eugenetiche di meltingpottizzazione o barzottizzazione della specie europeide. Questo Papa dimostra una concezione aberrante della Storia umana, e con la sua politica delle braccia aperte, decisamente “incivile” perché al di là delle leggi umane, sta preparando i conflitti ed i dolori del futuro.